Zona rossa a Roma, l’esercito a palazzo Selam a Romanina

E così anche a Roma arriva la prima zona rossa. E forse non è un caso che si tratti di un edificio occupato. Palazzo Selam è una costruzione fatiscente di sette piani alla Romanina. Oltre il raccordo anulare, periferia a sud est della città. Doveva essere dedicato all’Università ma non è stato mai inaugurato. Invece è diventato rifugio di immigrati irregolari provenienti soprattutto dal Sudan e dal Corno d’Africa. Uno dei tanti non luoghi della capitale, rispetto a cui si è fatto finta di nulla fino ad oggi. Niente sgomberi, per carità. Questa è stata la linea della sinistra a Roma negli anni passati. E la sindaca grillina Virginia Raggi non ha cambiato rotta. Tranne che per Colle Oppio e la sede di Casapound, ma in quel caso c’era il pericolo fascista, ovvio. Invece in questi casermoni fatiscenti oltre a criminalità e degrado ora c’è il rischio sanitario. Perché nessuno controlla e gli immigrati possono essere portatori del virus Covid 19 senza saperlo. A palazzo Selam tra rifugiati e irregolari sono circa 800. E due sono risultati positivi. Così per evitare il peggio tutto l’edificio è diventato zona rossa. Con il presidio dell’esercito.

Immigrati positivi alla Romanina. Zona rossa e interviene l’Esercito 

Sarebbero due sudanesi gli immigrati trovati positivi al Covid 19 a palazzo Sedan alla Romanina. Una donna che ha accusato lievi sintomi febbrili, e un uomo che invece ha dovuto essere ricoverato. Oltre a un terzo caso sospetto che si sta monitorando. Lo riporta Il Fatto Quotodiano, insieme alla notizia che l’Esercito ha circondato l’edificio. Che è diventato la prima zona rossa nella città di Roma. Gli stessi operatori sociali che portano aiuti e medicinali nella struttura hanno riconosciuto la necessità dell’intervento. Disposto dalla Regione Lazio d’intesa con la Prefettura. Hanno fatto bene, tanti fanno come gli pare, purtroppo c’è molta ignoranza, racconta Ibrhaim. Lui è un ragazzo somalo, che vive in un’ala limitrofa a quella della coppia di sudanesi. E che teme che comportamenti irresponsabili possano mettere a rischio la vita di tutti. Sono circa 800 gli occupanti abusivi dell’edificio fatiscente alla periferia di Roma, e senza controlli immediati la bomba sociale e sanitaria era pronta ad esplodere. Poi vedremo se qualcuno risponderà dei mancati sgomberi degli anni passati. Ma questa è un’altra storia di cui si parlerà ad emergenza finita.

3000 immigrati irregolari e 78 occupazioni abusive. Ecco i numeri che fanno tremare Roma

Il mediatore culturale Tareke Bhrame denuncia i ritardi in una dichiarazione rilasciata al Fatto Quotidiano. Sono giorni che solleviamo il problema di palazzo Selam, e non solo. Ci sono persone uscite dai centri di accoglienza che finiscono nei palazzi occupati, oppure che sono in giro. E che non rientrano nel circuito degli aiuti. Sarebbero circa 78 gli edifici occupati abusivamente nella città di Roma, con oltre 3000 immigrati in condizioni igienico sanitarie precarie. Sono numeri che fanno tremare, aggiungiamo noi. Perché si tratta di ‘invisibili’ quasi sempre fuori controllo. Che vagano per Roma non rispettando le regole. E che potenzialmente possono essere diffusori formidabili del contagio. A palazzo Selam ora c’è l’Esercito ed è tutto blindato. Ma non sarà possibile farlo per tutte le occupazioni della città. Colpa di chi non ha provveduto agli sgomberi degli irregolari, aveva già denunciato Andrea De Priamo. Per il capogruppo di Fratelli d’Italia al Campidoglio si tratta di un’emergenza gravissima sulla quale il Comune deve subito dare risposte. Ora basta con il buonismo, servono tamponi a tappeto e isolamento forzato di tutti i positivi. Per mettere in sicurezza Roma e per restituire uno straccio di legalità alla nostra città. Altrimenti gli appelli a stare a casa suonano come una insopportabile presa in giro.

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