ZTL aperta, ora i residenti vogliono essere rimborsati

La ZTL aperta è stata salutata con grande favore dai commercianti e in generale da tutti gli operatori che si trovano al centro storico. Chiaramente il provvedimento non riuscirà a spazzare via la crisi terribile derivante dal covid, dall’assenza dei turisti e dal coprifuoco. Ma rappresenta comunque una boccata di ossigeno, come hanno fatto notare nei giorni scorsi Confcommercio, Confartigianato e CNA. Ma per una categoria che sorride e plaude alla scelta dell’amministrazione, c’è qualcun altro che piange. Si tratta dei residenti, con la presidente Viviana di Capua che minaccia azioni anche legali. In caso di mancati rimborsi. I cittadini sono inferociti almeno per un paio di buone ragioni. La prima, la maggiore difficoltà a circolare a a trovare parcheggio. Che può essere anche compensata dalla minore presenza di gente in giro. La seconda più delicata, almeno per le casse del Campidoglio. Perché chi abita al centro il suo permesso per entrare con la macchina lo ha regolarmente pagato. Circa 400 euro per tutto l’anno, in anticipo e direttamente all’Agenzia della Mobilità del Comune di Roma. E adesso questi cittadini rivogliono i soldi indietro.

Era già accaduto durante il primo lockdown, con il ricorso minacciato dal Codacons. E adesso con le ZTL aperte almeno fino al 3 dicembre si ripropone la stessa situazione. Anche perché il presidente di Confesercenti Valter Giammaria è stato chiaro. Sarebbe una follia richiudere, ha dichiarato alla stampa. E i varchi devono restare aperti almeno per tutte le festività natalizie.

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Le ZTL aperte costano 30 milioni al Campidoglio tra mancati introiti e richieste di rimborsi

Il calcolo lo ha fatto direttamente il Comune. E le cifre sono state rese note dal presidente della commissione mobilità Enrico Stefano. Per rimborsare i residenti del centro storico che hanno pagato per il loro permesso ZTL servirebbero circa 30 milioni di euro. Una cifra non impossibile per il bilancio comunale, certo. Ma comunque tanti soldi, con la Corte dei Conti sempre in agguato. Pronta a punire atteggiamenti troppo ‘leggeri’ degli amministratori con la finanza pubblica. D’altronde, altre soluzioni non se ne vedono. Dal momento che il Fondo previsto dal governo per finanziare la restituzione dei soldi degli abbonamenti del trasporto pubblico per i mesi di lockdown nelle grandi città non copre anche questa voce. La disattivazione dei varchi nelle grandi città come Roma, ma anche Milano e Torino. Nulla da fare allora, se non provvedere direttamente con le finanze locali. Magari pensando a una proroga della validità dei tagliandi. Piuttosto che a restituzioni cash che sembrano improbabili. Da questo punto di vista il presidente Stefano può contare in commissione sulla sponda delle opposizioni, che da sempre chiedono di risarcire i cittadini che hanno già pagato i permessi. Ma poi servirà la maggioranza in Aula, e soprattutto qualcuno in giunta che firmi. Il bilancio o la mobilità, poco importa. Ma suggeriamo in ogni caso a chiunque lo faccia, di sottoscrivere prima una bella assicurazione. Per non incorrere in futuro  in guai anche peggiori.

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