Le famiglie Rom in Campidoglio. Se ci sgomberate vogliamo la casa popolare

Ieri pomeriggio numerose famiglie Rom del campo di Castel Romano si sono date appuntamento in Piazza del Campidoglio. Per leggere una lettera aperta indirizzata direttamente alla sindaca Raggi e chiedere una casa popolare. Si tratta dei 39 nuclei familiari del cosiddetto blocco F, quello che per primo dovrebbe lasciare l’insediamento sulla via Pontina. L’ordine di sfratto infatti è fissato per il prossimo 20 settembre. E difficilmente la prima cittadina potrà consentire deroghe. Se non altro perché la stessa Raggi è stata nominata custode giudiziario di quel campo proprio dalla Procura di Roma. Dopo che le Forze dell’Ordine la’ dentro avevano trovato di tutto. Carcasse di auto rubate, refurtiva varia e anche una montagna di rifiuti. Molti provenienti direttamente dalla malavita organizzata. E alcuni certamente tossici. Che puntualmente venivano fatti sparire e bruciati quasi ogni notte.

Una situazione intollerabile, denunciata anche in un servizio televisivo delle Iene. Così non si è potuto più aspettare, e sono partite le procedure per lo sgombero. Senza però trovare preventivamente una soluzione. Proprio come avvenuto recentemente nel caso del campo tollerato dietro allo stadio Olimpico. Con il rischio che i Rom una volta cacciati si sparpaglino per la città. O lungo le sponde del Tevere. In tanti micro campi invisibili e impossibili da controllare.

I Rom di Castel Romano, abbiamo diritto alla casa popolare. E come al solito gli Italiani che pagano le tasse rimarranno fuori 

Lo hanno detto chiaramente ieri in Piazza del Campidoglio. Dove sono arrivati numerosi nonostante il diluvio. E si sono rivolti direttamente alla sindaca Raggi. Se verremo sgomberati, abbiamo diritto alla casa popolare. Questo è quanto hanno chiesto all’amministrazione i nomadi del blocco F di Castel Romano. 39 famiglie che dovrebbero lasciare il campo entro il prossimo 20 settembre. A fianco a loro in piazza erano presenti anche esponenti della politica e del mondo associativo. Tra i quali il parlamentare di +Europa Riccardo Magi, la consigliera regionale del PD Marta Bonafoni e il consigliere comunale dem Giovanni Zannola. Oltre ad alcuni attivisti di Amnesty International. Secondo quanto scritto dai Rom nella lettera aperta di ieri, 35 nuclei familiari sarebbero pienamente regolari e senza precedenti penali. E molti di loro avrebbero già fatto domanda per la casa popolare. Ottenendo i primi posti in graduatoria. Facile da credere, visto che per la maggior parte queste famiglie si dichiarano nullatenenti. Alla faccia dei Romani in difficoltà che all’Ufficio speciale casa ci vanno da dieci anni. Ma che continuano a dormire in macchina perché per loro l’appartamento non ci sarà mai.

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A Santa Palomba i cittadini sono sul piede di guerra

E contro l’ipotesi di destinare ai Rom sgomberati da Castel Romano una parte delle case di Santa Palomba si è già registrata una vera e propria sollevazione popolare. Perché la gente qui vuole stare tranquilla, e teme l’eventuale arrivo dei nuovi ospiti. Anche perchè purtroppo i precedenti non sono favorevoli. Un esperimento simile infatti venne già tentato in passato, all’epoca del sindaco Rutelli. Ma si trasformò presto in un totale fallimento. Molte case infatti furono vandalizzate, subaffittate e abbandonate in uno stato pietoso. E siccome camioncini con targa bulgara o rumena hanno già iniziato a circolare per Santa Palomba e a soffermarsi davanti alle case, la paura è tanta. Vedremo come andrà a finire, e che soluzione troverà il Campidoglio. Ma per accedere alle case popolari bisogna essere a posto con la legge, pagare le tasse e mandare i figli a scuola. Tutto qui. Non si chiede tanto, ma almeno esigiamo il rispetto delle regole.

Da Castel Romano a Santa Palomba, Raggi e Zingaretti trovano casa ai rom