Teatro, Fratelli d’Italia all’attacco: subito trasparenza sulla gestione a Roma

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Fratelli d’Italia interviene sull’Ente Teatro di Roma. “Se sono emersi passaggi poco chiari su l’operato del Cda relativo a consulenze e appalti,come rilevato anche dal Collegio Revisori Conti che per ben tre volte ha bocciato il bilancio, è del tutto legittima ed anche opportuna la richiesta di trasparenza avanzata dal deputato Federico Mollicone. Ci saremmo aspettati che l’ex vicesindaco di Roma con delega alla Cultura, piuttosto che minacciare querele, si fosse reso disponibile a dare il suo contributo per fare chiarezza sulla gestione dell’Ente Teatro di Roma. E anche dal sindaco Raggi, che ottemperasse alle richieste di accesso agli atti inoltrate dal capogruppo di Fdi in Campidoglio Andrea de Priamo”. Così Fabrizio Ghera capogruppo di Fdi alla Regione Lazio e Andrea de Priamo, capogruppo di Fdi in Assemblea Capitolina.

Ghera e Mollicone in difesa della buona gestione del teatro

Il deputato Mollicone è interventuto più volte su questa vicenda. “Parafrasando Shakespeare, c’è del marcio al Teatro di Roma. La gestione Bevilacqua è piena di opacità relative a consulenze e appalti. Va commissariato immediatamente. Con il capogruppo di Fdi in Assemblea Capitolina Andrea De Priamo chiedemmo un accesso agli atti già nel dicembre 2020 a fronte dei rilievi della Relazione del 23 novembre. Lo abbiamo già rinnovato ma ad oggi non abbiamo avuto risposta”. Lo ha detto il capogruppo di Fdi in commissione Cultura, Federico Mollicone, in un’intervista al Tempo. “Chiediamo trasparenza al sindaco Raggi – aggiunge Mollicone – sono soldi dei contribuenti. Abbiamo già inviato un esposto sia all’Anac che alla Corte dei Conti.

Il teatro presenti gli atti relativi

Abbiamo, inoltre, presentato ulteriori accessi agli atti per gli incarichi, consulenze tecniche ed emolumenti erogati anche attraverso forme contrattuali indirette a partite Iva formulati presso il Teatro India. Non vorremmo, come da nostra ipotesi, che gli occupanti del Valle siano stati reinseriti al Teatro India, su indicazione di Bergamo fingendo lo sgombero. Tanto più che sembrerebbe che alcuni di essi siano stati assunti tramite il sistema delle compagnie. Ci risulterebbero, infatti, compagnie scritturate in periodi Covid con migliaia di soldi dei contribuenti. Basta leggere la programmazione sui siti ufficiali”.

Mollicone: il pubblico non è proprietà privata

“Sarebbe un’ipotesi gravissima – conclude -. Invece di essere perseguiti, gli occupanti del Teatro Valle, un bene pubblico ora reso indisponibile, di cui sono un mistero anche i lavori che lo tengono chiuso al pubblico tranne che per gli scritturati, ora sarebbero ricollocati al Teatro India. Edifici di proprietà pubblica sarebbero stati utilizzati anche in periodo Covid per registrazioni e laboratori, forzando il perimetro della legalità. Nei prossimi giorni di zona rossa del Lazio, con i teatri chiusi, sarebbero in corso attività allo stesso India, con i soli scritturati. C’è chi pensa che il pubblico sia una propria proprietà”.