120 detenuti per 100 posti: carceri del Lazio al collasso. In cella 4 su 10 sono immigrati

carceri Lazio

La popolazione detenuta nelle carceri del Lazio è di 5.569 persone (al 30 novembre 2021), con una percentuale di condannati definitivi in carcere del 68,7 per cento, leggermente inferiore a quella nazionale che si attesta al 69,1 per cento, e una percentuale di detenuti in attesa di giudizio del 14,9 per cento, inferiore a quella nazionale del 16,2 per cento.

Il sovraffollamento è al 118 per cento, a fronte del dato nazionale del 107 per cento. La situazione più preoccupante è da tempo quella di Latina, dove il tasso di affollamento è al 173 per cento. Sono i dati riferiti dal garante regionale per i diritti dei detenuti, Stefano Anastasia.

“Sull’andamento delle presenze nelle carceri Lazio – ha spiegato Anastasìa – la situazione in termini generali sembra migliore di quella nazionale, perché non è in corso un incremento. C’è una presenza di 5.569 detenuti, superiore alla capienza regolamentare di 5.158 posti e quindi si tratta una situazione che sembra meno preoccupante di quella nazionale. Da luglio a oggi la popolazione detenuta è in costante crescita e questo ci preoccupa rispetto al futuro, perché il rischio di diffusione del Covid-19 in carcere è molto rilevante – ha aggiunto Anastasìa – È un sistema costantemente sovraffollato, con una capienza regolamentare di 50.809 posti e al 30 novembre il dato delle presenze era di 54.593”.

Quanto alla situazione di Latina Anastasìa ha spiegato che nel carcere pontino, costituito per metà dalla sezione maschile e per metà dalla sezione femminile, il sovraffollamento è tutto concentrato nella sezione maschile. Latina è stata recentemente teatro di una protesta di detenuti che ha comportato l’intervento delle forze dell’ordine.

Carceri nel Lazio: i numeri che fanno spavento

Inoltre, “in una condizione di sovraffollamento superiore alla media regionale e nazionale ci sono anche Civitavecchia, 152 per cento, Roma Regina Coeli, 144 per cento, e Rebibbia femminile, al 134 per cento. Questo ci dice quanto sia difficile la situazione in questi istituti. In particolare, pesa sulla necessità di molti detenuti di potersi avvicinare ai propri luoghi di vita e ai familiari. Infatti, gli istituti penitenziari sono congelati dall’effetto Covid-19, perché in tanti istituti della nostra regione e non solo ci sono stati molti trasferimenti di diverse decine di detenuti da un luogo a un altro, spesso in altre regioni, e non riescono a tornare nella loro sede originaria. Perché ogni trasferimento va centellinato in quanto va garantita la quarantena all’ingresso in istituto e quant’altro: questo sta rendendo molto complicata la gestione della vita in carcere”.

Le carceri del Lazio segnano anche la presenza di stranieri al 37,7 per cento, superiore alla media nazionale del 31,7 per cento, e una presenza di donne pari al 7 per cento. “Quest’ultimo dato – ha spiegato Anastasia – è superiore alla media nazionale del 3,8 per cento, perché nel Lazio abbiamo il più grande istituito penitenziario femminile di Italia e Europa, Rebibbia femminile, quindi una parte consistente delle donne detenute in Italia è a Roma e questo spiega il dato”