“A sinistra odiatori di professione che fanno campagne sporche”: se n’è accorto anche Elon Musk

Finalmente ci è arrivato anche Elon Musk: l’uomo più ricco del mondo, un genio indiscusso, non l’ultimo cretino. La tolleranza non trova cittadinanza a sinistra. E l’odio alberga stabilmente nel partito americano che, ironia della sorte, si arroga il diritto di autodefinirsi democratico. Proprio come il partito democratico di Letta e Boldrini.

Il patron di Tesla, negli ultimi mesi al centro del dibattito pubblico per l’imminente acquisto di Twitter, ha usato il social per annunciare che voterà il partito repubblicano alle prossime elezioni. “In passato ho votato per i Democratici perché erano (per lo più) il partito della gentilezza” scrive Musk. “Ma sono diventati il partito della divisione e dell’odio, quindi io non posso più supportarli e voterò per i Repubblicani”, ha twittato Elon Musk. “E ora, guardiamo iniziare la loro campagna di sporchi trucchi contro di me”, ha concluso in fondatore di SpaceX nel suo tweet.

Musk ha iniziato la scalata per l’acquisto di Twitter del valore di 44 miliardi di dollari, salvo poi sospendere la sua offerta con la motivazione che procederà “solo quando avrà più chiarezza sui numeri degli utenti bot”, cioè gli utenti “falsi”.

Elon Musk osteggiato come Trump e Berlusconi

Insomma, un film già visto dalle nostre parti: cose risapute a tutte le latitudini. L’internazionale della sinistra, da Biden a Letta, ma ancora prima e altrove, dal brasiliano Lula da Silva allo spagnolo Zapatero, semina discordia e sa solo demonizzare l’avversario. Nelle parole del vulcanico e geniale tycoon sudafricano sembra di rileggere quelle di Silvio Berlusconi quando parlava di sinistra che sa solo odiare. Ricordate il Cav quando parlava della contrapposizione di partito dell’odio contro il partito dell’amore? Rammentate le contumelie e le ironie? Il signor Tesla gli ha dato di fatto ragione. Ha infatti capito che dietro questi attacchi violentissimi contro la sua persona c’è l’apertura di Twitter a Donald Trump e a tutte le opinioni, tutte quelle non gradite dai maestrini della penna rossa. Chiaramente, l’idea di un social network davvero libero può diventare pericolosa per chi ormai si sente “padrone” del giocattolo. Lo abbiamo visto con la guerra social all’alllora presidente Trump, ma anche sulla gestione della pandemia e la guerra in Ucraina. Chi non è allineato, chi dubita, chi vuole ragionare, chi è fuori dal coro, viene colpito e affondato. A sinistra fanno così.

Noi, in Italia, lo sapevamo da sempre, il magnate sudafricano ci è arrivato solo ora. Caro Elon Musk, meglio tardi che mai.