Alcol e droga, la movida romana esaspera i residenti

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Alcol e droga nella movida romana. La preoccupazione dei residenti delle zone della movida, ripresa come prima del Covid-19, viene messa nero su bianco in una lettera dei comitati di quartiere. Comitati riuniti nel Coordinamento residenti Città Storica. La lettera è indirizzata al prefetto, al questore, al presidente della Regione Lazio e al sindaco Virginia Raggi. Nella lettera in cui si parla di “malamovida” viene evidenziato come “alcune zone residenziali della città – tra cui alcune molto pregiate per la presenza di beni culturali del Sito Unesco – sono snaturate e rese invivibili.

I residenti non possono più dormire

Inoltre le attività e il riposo degli abitanti sono fortemente impattati dagli effetti della incontenibile rumorosa presenza in strada – sotto o nei pressi delle abitazioni – di decine o centinaia di persone che gridano/altercano/si esibiscono in cori da stadio e furibonde risse (per lo più all’esterno di locali di somministrazione quasi sempre di metrature inadeguate all’accoglienza degli avventori) fino a notte inoltrata. A parte le caratteristiche immutate – semmai pesantemente peggiorate – di tale fenomeno già riscontrato in precedenza, fortemente lesivo dei diritti primari degli abitanti alla quiete e al risposo, si aggiunge ora l’aspetto della violazione delle norme emanate per fronteggiare l’emergenza epidemiologica”.

Le strutture dei locali invadono ogni spazio

Secondo il Coordinamento Residenti Città Storica (Crcs) nelle zone della movida si continua ad assistere “ad assembramenti parossistici. E comportamenti assolutamente irresponsabili ai fini della sicurezza sanitaria da parte di giovanissimi, giovani e meno giovani, fino a tarda notte. Senza che nessun tipo di contenimento (e/o repressione, se del caso) sia intrapresa e – per quanto risulta – neppure tentata”. Si assiste inoltre “a nuove e invasive occupazioni di suolo pubblico (marciapiedi, strisce blu e sedi stradali) con sedie e tavolini che ostacolano il passaggio dei pedoni impedendo il distanziamento richiesto a fini sanitari. E persino l’ingresso ai portoni delle abitazioni, in base ad una indebita applicazione di norme temporanee tese a favorire la ripresa delle attività di somministrazione dopo la prolungata chiusura”.

Residenti intimiditi e minacciati

I residenti sono “preoccupati” e “allibiti” nel dover prendere atto che “si pretendono e si impongono comportamenti responsabili e fortemente limitativi della libertà di movimento. Ma d’altra parte nulla si fa – si legge nella lettera – per impedire plateali violazioni di norme vigenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica. I cittadini sono esasperati da tale situazione e fortemente preoccupati dall’intervento, a nostro avviso insufficiente, delle forze dell’ordine. Alle quali chiediamo di tutelare anche in questi casi l’incolumità dei cittadini. I residenti che tentano di far valere le proprie ragioni e il diritto al riposo sono spesso minacciati. E non di rado subiscono danneggiamenti alle loro abitazioni o ai loro beni”.

I comitati di quartiere chiedono di intervenire

Per questo il Crcs (che raccoglie 14 associazioni dei residenti di Roma) chiede di intervenire con urgenza. Nel rispetto delle norme non solo anti-Covid ma anche della convivenza civile. I comitati di quartiere, da Ponte Milvio a Trastevere, a San Lorenzo, suggeriscono che “le misure di contenimento delle forze dell’ordine dovrebbero essere accompagnate” dalla limitazione degli orari. Dal divieto di consumare dopo le ore 22; da sanzioni e, se necessario, dalla sospensione fino al ritiro della licenza ai gestori che non assumono adeguati provvedimenti di contrasto.