Alla Sapienza volevano aggredire Capezzone e i giovani di FdI: gli agenti hanno evitato il peggio

Sapienza, violenti

L’agguato alla Sapienza degli studenti antifascisti è stato raccontato con una narrazione inversa: ne sanno quialcosa Fabio Roscani, parlamentare della Repubblica e Daniele Capezzone, personaggio a tutti noto anche per la sua autenticamente praticata tolleranza e cultura liberale. Eppure, a detta dei contestatori, avrebbero la colpa di “essere fascisti che odiano le donne, le soggettività libere ed i migranti”. Un delirio al quale oggi hanno risposto i sindcati di polizia.

Mazzetti (FsP Polizia): “I giovani non si facciano strumentalizzare dai violenti”

“In merito agli episodi che riguardano ordine, sicurezza e legalità, guai a cadere nel frequente errore del ribaltamento dei fatti, pesantemente deleterio per tutti. Alla Sapienza ieri non è accaduto che la Polizia abbia impedito ad alcuni studenti di manifestare, è accaduto che la Polizia ha consentito che altri studenti potessero svolgere la propria attività programmata ed autorizzata dall’Università frenando atteggiamenti prepotenti mirati ad impedirla”. Così Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, in merito ai disordini avvenuti ieri alla Sapienza.

“Troviamo singolare che si contesti agli operatori di aver arginato condotte irresponsabili e pericolose, con un ‘tempismo’ alquanto sospetto. – continua Mazzetti – L’orientamento politico del nuovo governo può trovare più o meno consenso, ma non sarà questo a far mutare l’operato delle forze dell’ordine, sempre e comunque al servizio delle Istituzioni democratiche. E ci auguriamo che non sia ‘la piazza’ a voler mutare il proprio modo di manifestare il dissenso, provocando appositamente le reazioni dovute dei tutori dell’ordine al fine di ‘politicizzarne’ il lavoro svolto”.

“Ai più giovani – aggiunge il leader di Fsp Polizia -, ‘gustoso boccone’ per le fameliche anime assolutiste in circolazione, ripetiamo con decisione di sottrarsi dall’accecante tentativo di condizionamento di chi vuole mettergli in bocca parole non loro, nella testa pensieri non sani perché privi di equilibrio, nelle mani strumenti di offesa non leciti. Agli studenti che ieri hanno tentato di imporsi con la forza per irrompere ad un convegno vorremmo chiedere perché voler impedire ad altri studenti di ‘vivere’ l’Università, luogo in cui si articola il sapere e devono circolare le idee, senza censure imposte dalla prepotenza, che allora sì rasenterebbero il più dispotico degli atteggiamenti. Una manifestazione autorizzata deve potersi svolgere nella serenità e nella sicurezza più totali, e le forze dell’ordine sono chiamate a vigilare su questo”.

Scontri alla Sapienza dove erano attesi Capezzone e Roscani (ecco i video delle violenze)

Nicolosi del sindacato carabinieri

“La libertà di manifestazione non dev’essere confusa con l’ostruzionismo e il disordine pubblico, per questo esprimiamo solidarietà alle Forze dell’ordine intervenute ieri nelle proteste a La Sapienza”. Così Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma, sindacato nazionale dell’Arma dei carabinieri.

“I colleghi sono stati chiamati per sedare gli animi e, pur rispettando il libero diritto a manifestare, i manifestanti hanno mostrato chiari segni di accanimento che avrebbero impedito l’evento organizzato in ateneo, per questo le Forze dell’ordine hanno dovuto tutelarne lo svolgimento e garantire ai partecipanti in aula di assistere. Non è facile per le Forze dell’Ordine contenere le proteste di ragazzi con evidenti toni aggressivi: non può e non deve passare il messaggio che la libertà di espressione leda il diritto altrui di ascoltare”.