Ama, il Comune mette 250 milioni. Ma l’approvazione in Aula è appesa a un filo

Il Campidoglio ha approvato in giunta i bilanci Ama del 2017, 2018 e 2019. Che erano rimasti ‘appesi’, viste le difficoltà in cui versa l’azienda dei rifiuti di via Calderon de la Barca. Un passo in avanti importante, senza dubbio. Che però adesso deve essere sostanziato da un forte innesto di liquidità. Per evitare di dover portare i libri di Ama in Tribunale. Sarebbero 256 i milioni di euro necessari al risanamento, ma a differenza dei bilanci pregressi questa cifra dovrà essere autorizzata dal Consiglio comunale. Che dovrà anche votare sul piano industriale propedeutico al risanamento dell’azienda. E qui iniziano i problemi, perché i tempi sono stretti. Perché tutto dovrà definirsi entro il prossimo 18 marzo, secondo la tempistica dettata dal Tribunale. E i numeri in Aula Giulio Cesare non sono affatto certi. Infatti non bisogna scordarsi della presenza dei grillini dissidenti, tra i quali certamente è da annoverare il presidente della commissione mobilità Enrico Stefano. E con lui, Marco Terranova, Donatella Iorio e Angelo Sturni. Su come si esprimeranno con i loro voti è ancora mistero, se cioè diranno si alla ricapitalizzazione. O se non vorranno far appuntare al petto della Raggi questa ‘medaglia’. Ma anche le opposizioni  non hanno ancora deciso come orientarsi. Anche perché aspettano di leggere le carte. Che ancora non sarebbero state messe a disposizione dei consiglieri.

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È lotta contro il tempo per il salvataggio di Ama. Dead line il 18 marzo

Per sbloccare i 256 milioni necessari a salvare l’Ama manca solo un passaggio in Consiglio comunale. Ma l’Aula di Giulio Cesare per la Raggi si potrebbe dimostrare un’insidia non da poco. Come già avvenuto durante la recente approvazione del bilancio di previsione. Che è passato in seconda convocazione con soli 20 voti, meno della metà dei consiglieri. Ora la storia potrebbe ripetersi, tra dissidenti a 5 Stelle e opposizioni pronte alla battaglia. Non abbiamo visto le carte, come possiamo decidere a scatola chiusa? – hanno obiettato diversi consiglieri. Ma il nodo più delicato rimane quello del possibile danno erariale. Che potrebbe calare come una scure su chi alla fine voterà la delibera. Proprio per questo l’assessore al bilancio Lemmetti si è affrettato a chiarire di aver fatto tutto nel rispetto delle regole. Abbiamo osservato in pieno quanto previsto dal decreto Madia, ha fatto sapere Lemmetti. Ed ha escluso che un domani i soldi messi in Ama possano essere valutati come aiuti di Stato. Bollando come ‘infondate’ le preoccupazioni per un possibile intervento della Corte dei Conti. Basterà a rassicurare tutti, e a ottenere un voto favorevole entro il 18 marzo? In ogni caso, lo sapremo tra poco. E almeno per un’altra settimana, Ama sarà costretta a ‘ballare sul Titanic’.

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