Anzio, dal Tribunale stop alla ‘Capo d’Anzio’: sul Comune l’onere di salvare porto e servizi turistici


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Anzio, il Tribunale Amministrativo del Lazio impone lo stop alla ‘Capo d’Anzio‘: sul Comune l’onere di salvare porto e servizi turistici, tra l’altro all’avvio di una stagione estiva che si annuncia particolarmente calda per le presenze di turisti rafforzate da quelle dei fedeli in arrivo per via del Giubileo 2025.

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha decretato la decadenza della società ‘Capo d’Anzio‘ dalla concessione demaniale marittima del porto turistico di Anzio, aprendo la strada (forse in via definitva) al Comune per riprendere il controllo del porto e dei servizi turistici.

La sentenza, pubblicata quest’oggi, accoglie il ricorso del Comune di Anzio (periodo commissariale) e respinge le contestazioni della società in liquidazione giudiziale. Una decisione che potrebbe segnare una svolta (definitiva) nella gestione di un’area strategica per l’economia locale.

Porto di Anzio (e relativi servizi turistici) subito nelle mani del Comune

Proprio sabato 10 maggio, tra l’altro, il Consiglio comunale di Anzio, guidato dal neo sindaco Aurelio Lo Fazio, si riunirà per una seduta che sarà dedicata al “Regolamento per la gestione del Porto Turistico di Anzio. Approvazione”. Questo processo di gestione portuale del Comune, a questo punto, sembra subire una veloce accelerazione, alla luce della sentenza giudiziaria di quest’oggi. Naturalmente, la società Capo D’Anzio, affidata a due commissari delegati, ha facoltà di ricorrere al Consiglio di Stato contro tale sentenza di primo grado.

Decadenza ‘inevitabile’ per la ‘Capo d’Anzio’

La vicenda affonda le radici in una gestione definita “travagliata” della concessione, rilasciata nel lontano 2011 per la realizzazione del nuovo porto commerciale e turistico di Anzio. La ‘Capo d’Anzio‘, partecipata dallo stesso Comune, ha lamentato ritardi nella consegna delle aree e un complesso contenzioso con i precedenti concessionari.

Tuttavia, a pesare sulla decisione del TAR sarebbero stati soprattutto i gravi e reiterati inadempimenti contrattuali, in particolare il mancato pagamento dei canoni demaniali per diverse annualità, raggiungendo cifre considerevoli.

Morosità e liquidazione: la versione edel Tar sulla concessione di Anzio

Il Tribunale di Velletri aveva già dichiarato lo stato di liquidazione giudiziale per la ‘Capo d’Anzio’ lo scorso luglio, evidenziando un passivo di milioni di euro nei confronti del Comune e della Regione Lazio. Un quadro finanziario compromesso che ha inevitabilmente portato l’amministrazione comunale a prendere atto della situazione e ad avviare le procedure per la dichiarazione di decadenza della concessione. La successiva ordinanza del Comune, intimando alla società di garantire la sicurezza e l’igiene nell’area portuale, aveva anticipato un epilogo che oggi trova la sua definitiva conferma giudiziaria.

Comune di Anzio legittimato a riprendere le redini del porto

Uno dei punti centrali della difesa della ‘Capo d’Anzio‘ riguardava la presunta incompetenza del Comune ad adottare il provvedimento di decadenza. La società sosteneva che la Regione Lazio avesse delegato ai Comuni solo il potere di rilasciare nuove concessioni, non anche quello di gestire e revocare quelle esistenti.

Il Tar, però, ha respinto questa interpretazione, richiamando la normativa regionale e statale che attribuisce ai Comuni un ruolo centrale nella gestione del demanio marittimo, soprattutto per finalità turistiche e ricreative. Secondo i giudici amministrativi, sarebbe illogico e penalizzante limitare la competenza comunale alle sole nuove concessioni, creando una disparità di gestione per aree di analoga tipologia.

Inadempienze gravi e protratte nel tempo

Il tentativo della ‘Capo d’Anzio‘ di giustificare il mancato pagamento dei canoni con presunti squilibri economici dovuti a ritardi nella consegna delle aree e a occupazioni abusive è stato ritenuto tardivo e infondato dal TAR.

La sentenza evidenzia come la concessione prevedesse chiaramente le modalità e i termini di pagamento, fissando in due le rate semestrali il cui mancato versamento avrebbe potuto portare alla decadenza. Ma al di là di questa specifica clausola, il Tribunale ha sottolineato la gravità e la reiterazione degli inadempimenti, protrattisi per diverse annualità, rendendo inevitabile la sanzione della decadenza.

Nessun conflitto d’interessi per il Comune

La ‘Capo d’Anzio‘ aveva sollevato anche un presunto conflitto d’interessi del Comune, in quanto socio di controllo della società concessionaria. Un’argomentazione che non ha convinto il TAR. I giudici hanno chiarito che la partecipazione del Comune non lo esime dall’obbligo di vigilare sul corretto adempimento degli obblighi della concessionaria, a tutela dell’interesse pubblico e della corretta gestione dei beni demaniali. Anzi, proprio il ruolo di controllo del Comune rendeva ancora più stringente la necessità di intervenire di fronte a inadempienze così gravi e prolungate.

Futuro incerto per il porto di Anzio

Con la sentenza del TAR, si apre ora una nuova fase per la gestione del porto e dei servizi turistici di Anzio. Il Comune si trova nella posizione di riprendere direttamente il controllo di un’infrastruttura cruciale per l’economia locale, potendo avviare nuove procedure per l’affidamento della gestione.

Resta da capire quali saranno le prossime mosse dell’amministrazione comunale e quali scenari si apriranno per il futuro di un’area che ha un potenziale turistico significativo ma che negli ultimi anni ha vissuto una fase di incertezza gestionale. La decisione del TAR rappresenta un punto di svolta, ma la strada per una gestione efficiente e trasparente del porto di Anzio appare ancora tutta da definire.

Il porto di Anzio, foto dall'alto
Il porto di Anzio, che riceverà circa 5 milioni dalla Regione Lazio – www.7colli.it
A sinistra, la sede del comune di Anzio, a destra Aurelio Lo Fazio
A sinistra, la sede del comune di Anzio, a destra Aurelio Lo Fazio – www.7colli.it