Anzio, sgomberate e chiuse le Grotte di Nerone: recinzioni contro il ‘camping abusivo’

Avevano scelto una delle spiagge più belle del litorale romano, le Grotte di Nerone ad Anzio, come “camping” gratuito. Ma ora gli abusivi sono stati sloggiati.
Grotte di Nerone, fine del bivacco selvaggio
Il Comune di Anzio è passato ai fatti: operai e personale amministrativo hanno liberato l’area archeologica sotto il piazzale Nassirya, rimuovendo tende, ombrelloni e materassi e chiudendo l’accesso con reti metalliche. L’intervento segue settimane di segnalazioni e di ripetuti allontanamenti da parte della polizia locale, ma stavolta l’amministrazione ha deciso che il degrado non poteva più attendere. È infatti pronta anche un’ordinanza di interdizione temporanea a tutela del sito, come fa sapere il sindaco Aurelio Lo Fazio.

Sito storico ridotto a camping
Le Grotte non sono una spiaggia qualunque: si tratta di resti dell’antico porto neroniano, un patrimonio archeologico che convive con il litorale. La convivenza negli ultimi mesi aveva però preso una piega pericolosa: ombrelloni piantati sui marmi, rifiuti abbandonati, bivacchi nelle cavità. Il risultato è stato non solo orribile a livello estetico, ma potenzialmente dannoso per le strutture stesse. Il Comune parla di messa in sicurezza urgente e di un vertice con la Soprintendenza per decidere tempi e modi della riapertura.
Il piano di tutela
Non si è trattato di un blitz isolato: la polizia locale era già intervenuta più volte per allontanare occupanti e ripristinare la normalità. Ora si attende di sapere come si tutelerà il sito, pur consentendone la riapertura: non basta chiudere i cancelli, serve un progetto che contempli sorveglianza, manutenzione e fruizione corretta, anche coinvolgendo le comunità locali. Nel frattempo il vice sindaco e assessore al Demanio Pietro Di Dionisio ha ringraziato chi ha eseguito lo sgombero dopo ripetuti interventi della polizia locale per allontanare occupanti e campeggiatori improvvisati.
Grotte di Nerone: tutela o turismo?
Liberare le Grotte non basta: la vera sfida è impedire che si torni alle stesse pratiche. Serve un progetto che contempli sorveglianza, manutenzione e una fruizione regolata del sito, magari attraverso visite guidate o un percorso museale che valorizzi i resti senza sacrificarli al turismo di massa. Alcune proposte parlano di riconoscere alle Grotte una tutela più stringente, trasformandole in vero e proprio nodo culturale del litorale.
Lo sgombero di queste ore restituisce decoro, ma è solo il primo atto di una partita più ampia. Se la città vuole davvero salvaguardare le Grotte di Nerone, servono risorse, sorveglianza continuativa e un’idea chiara di come far convivere la bellezza archeologica con la vivibilità della costa. Altrimenti il rischio è che domani qualcuno apra di nuovo una tenda là dove la storia chiede rispetto.
