Ardea presenta il ‘conto’ al Consorzio Tor San Lorenzo: “Quella è occupazione di terreno pubblico”

Ardea, sarebbe partito tutto da un’interrogazione o forse no, come sostiene il sindaco Maurizio Cremonini, ma procediamo per gradi. Il 29 maggio scorso con una interrogazione a risposta scritta e discussione orale, i consiglieri di opposizione Martinelli e Vita hanno sollevato il problema relativo a un terreno pubblico, di proprietà comunale, utilizzato da decenni da un noto Consorzio privato. La questione è approdata in aula consiliare il 5 giugno, e solo ora resa pubblica.
La vicenda ha trovato ampio spazio di dibattito tra i banchi della politica locale, di maggioranza e opposizione, e l’attenzione delle figure istituzionali di vertice: il sindaco, l’assessore al Patrimonio, il presidente del Consiglio comunale e i dirigenti amministrativi.

Il nodo sollevato è uno: un terreno comunale, pari a circa 2.670 metri quadrati, sarebbe da anni nella disponibilità del Consorzio Tor San Lorenzo Lido, ente di natura privatistica. Un’occupazione silenziosa, a costo zero, su cui oggi gli uffici rutuli starebbe cominciando a fare luce.
Ardea e quel terreno conteso: 2.670 mq di proprietà del Comune
L’area oggetto del contendere si trova tra via Priamo e viale Paride, a ridosso del centro sportivo “La Pineta dei Liberty”. Una zona strategica, urbana, che ospita – secondo quanto verificato dal consigliere Martinelli – anche edifici accatastati come uffici pubblici, per un volume complessivo di quasi 4.000 metri cubi.
Eppure, a oggi, il Comune non ne ha né la disponibilità né il possesso né alcun tipo di ritorno economico. Una contraddizione politica insanabile, considerando che la proprietà del lotto risale al 1955, quando il Comune di Pomezia (prima della nascita del Comune di Ardea) approvò una lottizzazione affidata alla Società Immobiliare Mercantile (SIM), che prevedeva la cessione gratuita al Comune di una quota dell’area oggetto di sviluppo. Cessione formalmente avvenuta, almeno per una parte delle particelle.
La “sbarra” di Ardea e le promesse mai mantenute
Il contesto in cui si inserisce il caso è quello della cosiddetta “sbarra”, il complesso urbanistico che ospita il Consorzio Tor San Lorenzo Lido. La convenzione urbanistica del 1955 prevedeva la realizzazione – a carico del lottizzante – di strade, impianti, reti idriche, condotte fognarie, marciapiedi, e soprattutto la cessione gratuita di aree pubbliche al Comune.
Ma nel tempo, molte di queste opere non sono mai state formalmente consegnate all’ente. E oggi, l’amministrazione comunale si ritrova a dover rincorrere diritti sanciti da atti notarili rimasti, per decenni, carta morta.
Indennità d’occupazione: Ardea presenta il ‘conto’ al Consorzio, anche se solo parziale
Solo a seguito di una ricognizione straordinaria del patrimonio comunale, condotta nel 2024 e riferita al decennio 2013–2023, sarebbe emersa la presunta anomalia. Il Comune, a quel punto, ha formalmente richiesto al Consorzio un’indennità d’occupazione per l’area.
Una richiesta avanzata con ritardo – ammettono gli uffici – ma inevitabile, considerata la mole di criticità emersa nel censimento. Al momento, la richiesta riguarda esclusivamente il terreno, mentre per gli edifici presenti mancherebbero ancora i titoli giuridici necessari ad avviare ulteriori azioni relative agli immobili. In attesa che l’Ufficio Tecnico completi le verifiche, il “conto” – almeno in parte – è stato ufficialmente presentato. Ovviamente la controparte privata ha facoltà di ricorrere a livello giudiziario contro tali pretese comunali.

Un’eredità ingombrante: le ombre sulle lottizzazioni
La vicenda, però, è solo la punta dell’iceberg. Come spiegato in aula da figure istituzionali di vertice, il Comune di Ardea è alle prese con una miriade di situazioni analoghe: aree che dovevano essere cedute al Comune, ma non lo sono mai state. Opere pubbliche mai consegnate; strade formalmente comunali, ma di fatto sotto il controllo di soggetti privati.
La responsabilità affonda le radici nel passato: nelle convenzioni urbanistiche firmate tra gli anni ’50 e ’70, spesso rimaste inattuate. Solo l’attuale amministrazione – sottolinea il sindaco – ha avviato un censimento sistematico delle opere pubbliche, per comprendere esattamente cosa appartiene al Comune e cosa no.
La città pretende chiarezza
La richiesta di indennità non è solo un’azione amministrativa, ma un messaggio politico preciso: il patrimonio comunale non può più essere gestito come una terra di nessuno. Quello che per anni è stato “dato per perso”, ora torna sotto il controllo dell’ente pubblico. La strada è lunga, ma la direzione sembra tracciata: verificare, censire, rivendicare. Per Ardea potrebbe essere l’inizio di una stagione nuova, in cui i diritti della collettività tornano a valere più delle abitudini consolidate.
