Arianna, agente sospesa per il tatuaggio. Riva Destra: “Vicenda assurda”

“Stiamo seguendo la vicenda che ha colpito disciplinarmente l’agente della Polizia di Stato Arianna Virgolino. La sospensione dal servizio è una misura abnorme. Una decisione che riflette da un lato la vacuità di un regolamento di disciplina e dall’altro l’intransigenza di un questore che ha perso di vista i costumi del 2020. Esprimiamo piena solidarietà a lei e agli altri agenti coinvolti in una analoga, assurda, vicenda”. Lo affermano il vicesegretario di Riva destra, Angelo Bertoglio, e Fabio Schiuma, segretario nazionale del movimento federato con Fratelli d’Italia.

Riva Destra protesta

“Demerito estetico – aggiungono – semmai è dato da divise vecchie che non hanno ricambi. Cinturoni logori, autovetture euro 0 con oltre 150.000 chilometri, non certo un banalissimo tatuaggio. Peraltro rimosso prima di vestire la divisa. Riteniamo che un poliziotto debba essere giudicato per le sue capacità professionali, per l’abnegazione e spirito di servizio. Attitudini che appartengono all’agente Virgolino e riconosciutele finanche dal Prefetto di Lodi”.

Arianna Virgolillo, da poliziotto modello a esclusa

La poliziotta 31enne – che ha prestato servizio presso la questura di Lodi – è stata ritenuta non idonea ad indossare la divisa per un tatuaggio a forma di cuore inciso sul polso. Un regalo per il suo diciottesimo compleanno. Arianna aveva in realtà già provveduto a rimuoverlo ma secondo il Consiglio di Stato che ha pronunciato la sentenza, le nove  sedute di raggi laser che il poliziotto ha sopportato per cancellare il tatuaggio non sono state sufficienti.

Nove sedute di laser per togliere il tatuaggio

La cicatrice rimasta al posto del disegno sulla cute è troppo visibile  e di conseguenza la ragazza non può più far parte delle Forze dell’Ordine: “A quanto pare, la legge non è uguale per tutti. Ci sono molti miei colleghi che hanno tatuaggi vistosi, a me rimane solo una piccola cicatrice sul polso”, così si è sfogata Arianna Virgolino – riporta Il Giornale – dando voce alla frustrazione sua e di altri due colleghi allontanati dal servizio negli ultimi mesi per ragioni analoghe.