Barillari shock, l’ex M5S si punta una pistola giocattolo al braccio contro l’obbligo del vaccino

Si è puntato una pistola (probabilmente giocattolo) al braccio. Come estrema protesta contro l’obbligo del vaccino. Che in realtà in Italia non c’è, almeno in termini strettamente giuridici. Ma che è un po’ come se ci fosse. Perché senza green pass ormai si è praticamente esclusi dalla vita sociale. E anche dalla possibilità di esercitare diversi lavori e professioni. La clamorosa protesta è stata messa in campo dal consigliere regionale ex M5S Davide Barillari, e postata con un breve filmato sui social. E ovviamente, si è subito scatenato un mare di polemiche. La spiegazione è arrivata dallo stesso protagonista, che ha chiarito in un post. “Questa è una roulette russa e sei proprio tu a premere il grilletto. Se sei fortunato hai solo febbre e mal di testa. Se sei sfortunato ictus cerebrale, trombosi e morte. Vogliamo verità sul vaccino sperimentale”. E lo stesso Barillari ha chiesto un incontro urgente con i responsabili delle case farmaceutiche che producono i vaccini. E con i medici più competenti, compresi quelli con le posizioni più scettiche sull’efficacia e la sicurezza del siero.

A rendere ancora più feroci le polemiche, il luogo scelto per la protesta. Una stanza del Consiglio regionale del Lazio a via della Pisana. Come si evince dalla bandiera istituzionale che appare nel filmato. E da M5S e PD sono arrivate subito bordate e sdegno. È davvero il caso di dire che chi non si vaccina muore. Ma non necessariamente di covid. Sicuramente, nella vita sociale e nell’opinione pubblica dominante.

“Non fate il vaccino a chi è già stato infettato”. L’appello di un gruppo di medici

Su Barillari e la libertà di rifiutare il vaccino fuoco incrociato PD M5S

Ci sono due temi da affrontare per quanto riguarda la clamorosa protesta di Davide Barillari. Il primo, relativo alla opportunità di usare una pistola (giocattolo o a meno) come simbolo. E di girare il video di protesta con alle spalle una bandiera istituzionale. Censurabile, senza dubbio. Anche se una domanda viene spontanea. Se il filmato fosse stato fatto identico, nella stessa stessa stanza, ma incitando a vaccinarsi, le proteste sarebbero state le stesse? Ognuno può rispondersi anche da solo.

Il secondo aspetto invece riguarda la libertà di scelta. Se vaccinarsi o no. Che dovrebbe essere garantita dalla nostra Costituzione. E dal divieto di sottoporre a cure obbligatorie chi non le voglia fare. Ma qui si apre un mondo, perché solo sollevare il tema implica di finire nella categoria dei ‘no vax’. Anche se si è fatto regolarmente il vaccino. Con moglie, parenti e affini. Niente, non se ne può parlare. Così anche il consigliere ex grillino è stato preso di mira. Soprattutto dal Pd e dai suoi ex compagni di viaggio pentastellati. Con dichiarazioni di fuoco.

Lo ‘sdegno’ di dem e pentastellati

Il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti ha commentato:”Mostrare una pistola (non si capisce se vera o giocattolo) in un video è molto grave e diseducativo. Abbinarla a una presunta pericolosità dei vaccini è doppiamente folle e sbagliato. Barillari si scusi per il suo video: i vaccini stanno salvando il mondo. Le pistole no”.

Prende le distanze da Barillari anche il presidente del consiglio regionale, Marco Vincenzi: “La sede istituzionale del Consiglio regionale non può essere il luogo dove si perpetrano queste azioni, pertanto esprimo la più ferma condanna per il gravissimo gesto. I dirigenti responsabili del Consiglio regionale sono stati incaricati di segnalare l’episodio alle autorità di polizia al fine di tutelare la pubblica sicurezza”.

Infine la stroncatura grillina. “Per quanto abituati alle uscite sceniche di Barillari con lo scopo di racimolare qualche like, questa volta riteniamo che si sia superato il limite. Mostrarsi in un video, all’interno del Consiglio regionale, con una pistola in pugno è un atto gravissimo che travalica ogni comportamento responsabile e lancia un messaggio oltraggioso, oltre che pericoloso in un momento in cui ci sono tensioni che andrebbero placate e non alimentate con manifestazioni plateali di tale portata. Le sedi istituzionali non possono fare da sfondo a questi spettacoli indecenti.” Insomma, un fuoco incrociato che non sembra destinato a finire rapidamente. Ma il tema della libertà di cura e della libertà di scelta resta aperto più che mai.

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