Bufala la fronda anti Salvini, ma il Capitano si sta arrabbiando

Salvini

Gira la bufala su Matteo Salvini, quella legata alle fronde interne alla Lega. Basta un giro di telefonate per capire che anche chi vorrebbe muoversi contro il Capitano trova le porte sbarrate e deve starsene fermo. Ma certo non mancano i motivi di amarezza, perché c’è chi sembra provarci gusto a soffiare sul fuoco.

Negli ambienti vicini al segretario della Lega c’è chi non manca di far notare che adesso tutti si mettono “a dare consigli al Capo. Pure Toti”, sbuffano. Chi gli vuole bene dice che bisognerebbe essere invece uniti e compatti “contro chi lo vuole cannibalizzare”.

Sinistra, magistratura e la coalizione di centrodestra

Il problema non è la sinistra, “quello ci sta, fa il suo mestiere pure se è faziosa assai”, dicono leghisti politicamente avveduti della Capitale. “Ma Matteo è saldamente alla guida del primo partito italiano ed è normale che lo attacchino in quella maniera sguaiata”.

Poi, ci sono i magistrati. E in questo caso non trovi uno solo che sia disponibile a qualche confidenza. Perché ogni parola può essere travisata, i nervi sono evidentemente tesi perché l’assedio giudiziario è incredibile e per qualcuno anche intollerabile. A partire dal dibattimento preprocessuale in corso a Catania per il caso Gregoretti. Le parole di Luca Palamara (“ha ragione, ma bisogna attaccarlo”) sono sangue vivo.

Ma in fondo chi non sta a sinistra in questo paese dovrebbe essere allenato a certa magistratura.

Fa rabbia la bufala contro Salvini

Poi, ricomincia il vecchio lupo leghista, “ci sono gli alleati”, anche se pure “questo fa parte delle cose di questo mondo. Salvini li sente mordere e vorrebbe scalciare, ma non si può, perché servono i voti di tutti. E da ieri ha cominciato a vergare comunicati non più come segretario della Lega, bensì come “capo della coalizione”. Mi rimproverate di pensare solo al mio partito? Bene, da adesso dò la linea alla coalizione.

Il nuovo corso è cominciato con una nota ufficiale diffusa dal portavoce Matteo Pandini,nella quale, per la prima volta, il segretario ex lumbard non è definito «leader della Lega», come avveniva finora, ma «leader del centrodestra». Nel comunicato, Salvini, protesta a nome del centrodestra, per il «record di arrivi e immigrati morti» e torna ad attaccare il governo definito «incapace» ed espressione della «minoranza del Paese».

Ma sono le presunte manovre interne alla Lega ad essere vissute come il tradimento – più morale che sostanziale – “di troppi ingrati che Matteo ha salvato dalle sabbie mobili dei tempi andati: dove stavano tutti questi onorevoli senza di lui?”. La pazienza del Capitano sta terminando, dice la nostra fonte.