Calenda ossessionato da Salvini. Ma ormai litiga con tutti…

Calenda Salvini

Ma che gli ha fatto di così grave Matteo Salvini a Carlo Calenda? Il leader di Azione – e del terzo polo che in realtà terzo non è – pare ossessionato dal vicepremier del governo Meloni.

E punta furbescamente a far litigare i due con la cretinata dell’agenda Salvini che detterebbe la linea dell’esecutivo.

Calenda non conosce Salvini

Conoscendo benissimo i due – a differenza di Calenda – so che la Meloni non si fa imporre nulla e che Salvini ha deciso di fare gioco di squadra per far durare cinque anni il centrodestra a Palazzo Chigi.

Calenda fa finta di non sentire e spara le sue balle a raffica, il che è davvero un peccato. Perché pareva aver scelto una linea di dialogo e non di insulti. Poi si ferma e ci ripensa e se non attacca la premier dopo averla incontrata – sarebbe un atteggiamento bipolare non nel senso di bipolarismo… – allora con qualcuno se le deve prendere: ed è Salvini.

È qualcosa che andrebbe studiato da esperti di psicologia applicata alla politica, forse invidia per i cento parlamentari che la Lega ha saputo conquistare alle elezioni, a differenza di una squadretta – quella di Calenda e Renzi – che prometteva sfracelli elettorali e che invece ha lasciato sul terreno tantissimi voti.

Lo placherà Renzi

Probabilmente, Calenda ha bisogno di nemici da indicare come obiettivo. Perché la creatura presuntamente terzopolista ha qualche difficoltà nei territori, dove i malumori crescono. Lo si è già visto a Roma, dopo le comunali e anche in questi giorni con diverse fuoriuscite da Azione.

Meglio gettare la palla in tribuna in attesa di tempi migliori. E quindi Salvini resta il bersaglio principale della sua iniziativa (ci aveva provato anche in campagna elettorale) anche con qualche volgarità che si potrebbe risparmiare. Ma Calenda è oggettivamente fatto così: vuole tutto e alla fine rischia di trovarsi con un nulla di fatto in mano.

Basta solo aspettare la reazione di Renzi – magari la pensa diversamente da quello che ha battezzato come “Capo” –  a qualcosa che pare molto distante dalla politica.