Campidoglio, non si placa il ‘caso Ruberti’. E sul nuovo capo di gabinetto sono scintille

Non si placano le polemiche politiche in Campidoglio. Dopo la rimozione ‘forzata’ dell’ex capo di gabinetto del sindaco Gualtieri Albino Ruberti. Sorpreso da un video in una litigata furibonda in un ristorante a Frosinone. Con un comportamento, almeno verbale, che anche il primo cittadino non ha ritenuto idoneo per poter confermare allo stesso Ruberti il delicato incarico che ricopriva. Così, il ruolo ad interim è stato affidato al vice, il dottor Nicola Di Bernardini. In attesa della nomina ufficiale del nuovo capo di gabinetto. Che salvo sorprese clamorose, dovrebbe essere Alberto Stancanelli. E proprio su questo aspetto, è esplosa una nuova polemica. Innescata dal gruppo capitolino del Movimento 5Stelle. Che ha picchiato duro. In un comunicato pubblico, sostenendo che Stancanelli stia già di fatto operando, pur senza una nomina formale. E che abbia accesso ai dossier più delicati che riguardano la città. Mentre, sempre secondo i grillini, prima bisognerebbe completare le procedure di nomina. Non si placano insomma le polemiche politiche del post Ruberti, anche se il Pd contrattacca. E con la consigliera Valeria Baglio rispedisce le accuse al mittente. In uno scontro politico che sembra farsi sempre più aspro.

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Altro che campo largo, il Campidoglio è una polveriera

Per difendere le scelte del sindaco, è scesa in campo là consigliere dem Valeria Baglio. Riaccendendo uno scontro che di fatto si trascina dalla scorsa campagna elettorale. “Il dottor Alberto Stancanelli è attualmente al lavoro come consigliere giuridico del sindaco, ruolo che ricopriva già in precedenza. E assumerà formalmente l’incarico di capo di Gabinetto non appena completati gli atti di nomina. Ai consiglieri del Movimento 5 Stelle consigliamo più contenuti e meno propaganda. Di certo non accettiamo nessuna lezione da chi proprio per ricoprire lo stesso ruolo ha impiegato oltre due anni, tra gaffe, rifiuti e incompatibilità ‘sopraggiunte'”. Alla faccia del campo largo sognato da Letta. Che anche a Roma e nel Lazio, sembra sempre più sepolto sotto le macerie.