Capannelle, centri sociali pro clandestini minacciano il comitato di quartiere

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Si torna a parlare del quartiere Capannelle, in zona sud di Roma. I centri sociali dell’estrema sinistra che vogliono un’invasione di clandestini nel quartiere, passano alle vie di fatto. E se la prendono con locale comitato di quartiere, reo di aver osato difendere Capannelle. Come si ricorderà, qualche settimana fa furono trasferiti, di noote e di nascosto, dalla regione diversi clandestini un albergo della zona. Ovviament ei clandestini non rispettavano le norme anti-Covid e se ne andavano in giro tranquillamente, mentre i residenti erano chiusi in casa. Poi protestavano per il cibo e perché non si trovavano bene nell’albergo, e turbavano l’ordine pubblico in ogni modo.

Capannelle, il cdq si oppose all’invasione dei clandestini

Il comitato di quartiere naturalmente, leggittimo rappresentante dei cittadini, ha difeso i residenti in modo libero e democratico. Riuscendo a ottenere la difesa dei diritti dei residenti di Capannelle. Il presidente del comitati e la vice presidente sono stati minacciati e intimiditi in tutti i modi dai difensori del business dell’accoglienza. Con scritte, insulti, minacce di morte e telefonate anonime. Tutto per il lavoro svolto da anni sul territorio. I centri sociali vorrebbero evidentemente che anche Capannelle diventasse un’altra stazione Tiburtina o un altro San Lorenzo. Con accampamenti abusivi, crak house e spaccio indisturbato in tutto il quartiere.

Il cdq difende la legalità

“Tutto questo solo perchè il Cdq si batte per la legalità, il rispetto ed il bene comune” – scrive il comitato che nei giorni scorsi aveva osato denunciare lo svolgimento illegale, “da parte di un’associazione vicina ai centri sociale di Roma est”, di un festival “in un’area abusiva di Statuario”. “Il CdQ sta valutando tutte le azioni da intraprendere a tutela del lavoro svolto sul territorio, della sicurezza nostra e delle nostre famiglie, non escludendo una dimissione in blocco senza le giuste garanzie”. Che forse è proprio quello a cui mirano di estremisti violenti.