Capannelle, la Regione spieghi perché l’hotel a 4 stelle è pieno di immigrati

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Sempre peggio al quartiere Capannelle Statuario. Dopo il blitz con cui sono arrivati immigrati positivi al coronavirus a un albergo a 4 stelle, i residenti sono preoccupati. Per usare un eufemismo. Con tutti i problemi che ne conseguono. Oggi pomeriggio sono arrivati tranquillamente tre immigrati che volevano portare sigarette ai loro compari reclusi in albergo. Se poi erano sigarette. I militari li hanno fermati e ne è nata una discussione. Ai tre è stato intimato di tornare al loro luogo di locazione, che è diverso dall’hotel Capannelle. Come è possibile che se ne vadano in giro in tre a comprare sigarette e a portarle ai loro amici, non si capisce. Chissà se hanno fatto loro la multa. Comunque, è ininfluente, perché tanto non la pagano.

Per ora efficienti i controlli all’hotel Capannelle

Comunque, dicono i residenti, i controlli dei nostri militari sono efficienti, anche perché quell’albergo a 4 stelle, che paghiamo noi, ha ben otto accessi. Nel gruppo facebook di discussione Statuario-Capannelle gli iscritti, che sono perlopiù abitanti della zona, sono estremamente preoccupati. Soprattutto, dice il comitato di quartiere, per il modo in cui è stata gestita la vicenda. Gli immigrati sono stati portati di notte e senza avvisare le autorità del municipio. Non si sa chi sono né da dove vengono. Non si sa quanto in effetti siano positivi, né quanto rimarranno. Secondo il comitato poi non sono solo 25 le stanze prenotate ma molte di più. Inoltre qualche testimone afferma di aver visto passeggiare tranquillamente per strada qualcuno di questi ospiti, ma andrebbe fatto un accertamento.

L’albergo rischia di diventare una bomba sanitaria

Il timore è anche per la vicina Villa Fulvia, residenza per anziani, dove sono stati trovati ospiti positivi. Ma poi, lamentano gli abitanti del quartiere, solo noi dobbiamo rispettare le regole? Perché gli immigrati, positivi e non, fanno come vogliono? Così al Selam Palace, così alla clinica di Torre Maura, adesso a Capannelle. Noi come giornale siamo per un rimpatrio immediato nelle loro nazioni di provenienza, altro che hotel a 4 stelle. Risparmieremmo soldi che potrebbero servire a italiani in difficoltà a Roma, e ce ne sono. Dai commenti traspare l’amarezza dei residenti per essere considerati razzisti da qualcuno. E’ evidente che in questa vicenda non c’entra il razzismo, pressoché sconosciuto a Roma, con la sua storia. C’entra invece il disegno di qualcuno per far invadere l’Italia, perché questo comporta un business di proporzioni gigantesche. E ci fermiamo qua.

Giannini: c’è qualcosa che non torna nella storia Capannelle

Intanto si apprende che un’interrogazione urgente è stata inoltrata questa mattina dal consigliere regionale della Lega Daniele Giannini al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. “In merito al trasferimento di alcuni migranti da un palazzo occupato alla Romanina e da un centro di prima accoglienza di Torre Maura presso l’Hotel Capannelle in via Siderno nel quartiere Statuario a Roma”.

“In primis – spiega lo stesso Giannini – ho richiesto tra la struttura di via Siderno e la Protezione Civile del Lazio e l’Amministrazione Regionale ci sia una convenzione, e, in caso affermativo, come mai a noi ancora non risulta. Inoltre, per quale motivo ai residenti del VII Municipio sia stato comunicato che lo stesso albergo si doveva far carico di persone positive al Covid-19 in isolamento domiciliare fiduciario solo quando il profilo faceboook SaluteLazio è stato costretto a smentire la presenza nell’hotel degli occupanti del Selam Palace?”.

“Insomma – prosegue Giannini – l’ennesimo atto di razzismo al contrario messo in atto dalla sinistra che governa il Lazio nei confronti degli italiani che devono rispettare, invece, la quarentena. Una situazione al limite del paradosso e del pericolo pubblico soprattutto perché a oggi, sia Zingaretti che l’assessore D’Amato, ancora non ci hanno fatto sapere se questi ospiti pagati a spese nostre e che avrebbero meritato non alberghi bensì il rimpatrio immediato, siano pazienti appena positivizzati a tampone. O se sonoli hanno dimessi dall’ospedale in condizioni stabili ma ancora positivi, o peggio ancora quanti hanno la necessità di un periodo di quarantena in assenza di tampone”.