Carceri: 21 positivi al Covid, anche al Regina Coeli di Roma

carceri regina coeli (2)

Allarme Covid nelle carceri? Forse no, ma i casi ci sono e non bisogna abbassare la guardia. Sono i 11 poliziotti penitenziari e 10 i detenuti nelle carceri italiane attualmente positivi al Covid. A riferire il dato è il Sappe, Sindacato autonomo polizia penitenziaria. ”In Italia ci sono complessivamente circa 60mila persone detenute. Gli ultimi dati forniti dall’Amministrazione penitenziaria ci dicono che sono positivi al virus 11 poliziotti penitenziari e 10 detenuti, seguiti e gestiti internamente agli istituti. Non c’è alcun allarmismo, dunque – sottolinea il segretario generale Donato Capece – ma richiamo il ministero della Giustizia e in particolare il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria a predisporre adeguati interventi.

Protesta dei sindacati delle carceri

Per la tutela delle donne e degli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, in servizio nella prima linea delle Sezioni detentive e di tutti gli operatori penitenziari”. Nel dettaglio, il Sappe evidenzia che sono risultati positivi undici poliziotti penitenziari in servizio nelle carceri di S.Maria Capua Vetere (1), a Bologna (1), a Roma Regina Coeli (1), a Busto Arsizio (1), a Torino (1), San Gimignano (1), Perugia (1), Venezia Santa Maria Maggiore (2), Vicenza (1). E nella sede centrale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Roma (1). Positivi invece dieci detenuti a Cassino (1), Bollate (1), Lecco (1), Milano (4), La Spezia (1), Pisa (1) e Venezia Santa Maria Maggiore (1), tutti gestiti all’interno delle strutture carcerarie.

Adottare subito le opportune cautele

”Non c’è alcun allarme Coronavirus nelle nostre carceri, per adulti e minori. Manon si deve affatto abbassare la guardia ma è auspicabile che si adottino le opportune cautele – ribadisce Capece -. La promiscuità nelle celle può favorire la diffusione delle malattie, specie quelle infettive. Se si considera che un terzo della popolazione detenuta è straniera, si constata che con il collasso di sistemi sanitari esteri e con il movimento delle persone, si riscontrano nelle carceri tassi di tubercolosi latente molto più alti.

Anche altre malattie pericolose nelle carceri

In Italia tra la popolazione generale si stima un tasso di tubercolosi latenti, cioè di portatori non malati, pari al 1-2%. Nelle strutture penitenziarie ne abbiamo rilevati il 25-30%, che aumentano ad oltre il 50% se consideriamo solo la popolazione straniera”. Capece ricorda infine che l’epatite C è tuttora l’infezione maggiormente presente nella popolazione detenuta in Italia. Per il Sappe dunque, ”è indispensabile monitorare costantemente la questione e predisporre ogni utile intervento a tutela dei poliziotti e degli altri operatori penitenziari”