Castel Romano, la Raggi firma lo sgombero per 80 persone. Ma su dove andranno è mistero

La sindaca Raggi ha firmato il 12 febbraio scorso l’ordinanza di sgombero per i baraccati dell’area F del campo nomadi di Castel Romano. E ieri mattina sono arrivate le notifiche del provvedimento. Controfirmate dai diretti interessati. Entro una settimana gli occupanti di questa parte dell’insediamento sulla Pontina se ne dovranno andare. Di loro volontà o meno, questo fa poca differenza. Infatti in caso di inerzia, la responsabilità passa al privato proprietario dell’area. Che potrà chiedere l’ausilio della forza pubblica. Mentre le ruspe del comune sono pronte ad entrare in azione un attimo dopo lo sgombero. È l’epilogo di una vicenda che ormai si trascina da molto tempo, e che all’inizio Roma capitale pensava di affrontare con maggiore calma. Avvalendosi del Piano nomadi approvato nel 2017. Con spostamenti progressivi e volontari per un ristretto nucleo di persone. Ma poi la situazione è degenerata. Con la scoperta in primavera di giri criminosi all’interno dell’insediamento. Legati anche al riciclaggio e al traffico illecito di rifiuti. Da qui l’intervento della Magistratura, che ha nominato la stessa Raggi custode giudiziario del campo. E la necessità di agire in fretta. Visto che anche a causa del covid, stava trascorrendo fin troppo tempo. Il problema però è che nessuno sa ancora dove andranno le famiglie sgomberate. E le associazioni minacciano azioni legali contro il Comune.

Castel Romano, via allo sgombero. Ma sulla destinazione dei nomadi è mistero

96 mila euro per sgomberare 20 persone da Castel Romano. Ma su tutta la vicenda regna il buio fitto

Nessuno sa dove andranno le 77 persone dell’area F di Castel Romano soggette all’ordinanza di sgombero firmata dalla sindaca Raggi. Che dalla scorsa estate è custode giudiziario dell’insediamento sulla via Pontina. Ma bisognerà decidere presto, perché dalla prossima settimana il provvedimento diventerà esecutivo. All’inizio qualcuno aveva pensato di ricollocare i rom nelle case popolari della vicina Santa Palomba, ma la immediata sollevazione popolare ha fatto subito cambiare idea all’amministrazione. Così è stato fatto un bando da 96 mila euro. Per reperire hotel chiusi a causa del covid e bed and breakfast disponibili ad accogliere i nuovi ospiti. Per un periodo di tempo limitato, e un importo di 25 euro al giorno per ogni persona accolta. Non si sa però se qualcuno abbia risposto all’offerta del Comune. Che forse per paura delle proteste di chi abita vicino a queste strutture, adesso non dice più nulla. Poi c’è sempre il bando più grande, da quasi un milione 800 mila euro. Diviso in tre lotti. Peccato però che due di questi siano andati deserti. E che allo stato attuale anche questa offerta alloggiativa sia largamente insufficiente. Insomma, a fronte di quasi 2 milioni di denaro pubblico investiti, le soluzioni sul tavolo non ci sono. E la cooperativa 21 luglio passa all’attacco dell’amministrazione.

La Coop 21 luglio, pronti ad azioni legali contro il Comune

La Coop 21 Luglio che garantisce l’assistenza ai nomadi del campo di Castel Romano adesso minaccia azioni legali contro il Comune. “Solo in chiave di consenso elettorale può essere letta la decisione dell’amministrazione di gettare per strada 77 persone – ha tuonato il presidente della 21 Luglio Carlo Stasolla. Dando un tempo strettissimo per reperire soluzioni alternative. Si tratta di famiglie che hanno presentato più volte la domanda per avere un alloggio popolare”, ha concluso Stasolla. “E che hanno cercato invano una interlocuzione con il Campidoglio”. D’altronde anche del bonus affitto non se ne parla, visto che sono ancora bloccati i contributi del 2019. In più, con tante famiglie italiane in attesa, una corsia preferenziale per l’emergenza nomadi non sarebbe certo accolta bene dall’opinione pubblica.  Ma adesso il rischio è che dalla prossima settimana, le famiglie sgomberate dalla Pontina vadano ad accrescere il numero degli ‘invisibili’ in uno dei tanti micro campi abusivi presenti in città.

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