C’è il covid, ma al Teatro India non esiste. Miracoli della cultura antagonista

C’è il covid, anche se speriamo ancora per poco. E gli spettacoli sono ancora fermi. Teatri e luoghi di cultura restano chiusi, o con accessi contingentati. Ma evidentemente le regole non valgono per tutti. Almeno a giudicare da quanto successo al Teatro India. Dove si fa sperimentazione musicale, e spesso vengono invitati ad esibirsi i gruppi più attivi nel circuito dei centri sociali. Tanto che la location post industriale è stata scelta anche da Next Gen. it per il suo prossimo cartellone di spettacoli. Tutto giusto, per carità. Se non fosse che quel teatro è pubblico. Appartenente allo Stabile di Roma, partecipato dal Comune, dalla Regione e dal Mibact. E finanziato con i soldi dei contribuenti. Insieme all’Argentina, al Valle, al Torlonia, al Lido di Ostia e alla rete Teatri in comune nei diversi quartieri di Roma. Così le polemiche non sono mai mancate. Sulla gestione (democratica?) di questi spazi. Sulle nomine dei vertici e delle direzioni artistiche. E adesso anche sull’ultimo spettacolo all’India. Con centinaia di persone riprese da video amatoriali. Accalcate ad ascoltare musica e a ballare. Mentre altrove si sta chiusi e si fallisce.

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La direzione del Teatro India si difende, era solo un evento a inviti al piano bar

La direzione del Teatro India si è difesa. Dalle accuse di aver organizzato un evento musicale con gente che ballava ammassata. Quasi tutti senza mascherine. In uno spazio pubblico, gestito dallo Stabile di Roma. Mentre centinaia di teatri sono chiusi e stanno fallendo. Si è trattato di un evento a invito, quindi privato hanno chiarito dall’organizzazione. Con tavolini distanziati e ristorazione. E musica prevista solo per ascolto. Rispettando la normativa anti covid. Sarà, ma le immagini disponibili in rete sembrano mostrare ben altro. E i dubbi rimangono tutti. Anche perché lo stesso spazio esterno dell’India non avrebbe ancora ricevuto l’agibilità dalla competente commissione comunale. Sembra per la mancanza di adeguate vie di fuga. E il cartellone proposto da Next Gen dal prossimo 10 giugno adesso rischia di saltare.

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/21_giugno_01/roma-dj-set-teatro-india-stabile-arena-chiusa-mancano-permessi-la-stagione-estiva-50a4cc8a-c303-11eb-8124-01fce1738742.shtml

Dalle nomine agli assembramenti, tutte le polemiche sullo Stabile di Roma

Sullo Stabile di Roma non sono mai mancate le polemiche. A cominciare dalla nomina a direttore di Giorgio Barberio Corsetti esattamente un anno fa. Perché secondo le opposizioni, il drammaturgo non avrebbe avuto i titoli per gestire una direzione generale così complessa. Una vicenda spinosa, che poi si è conclusa con le dimissioni dello stesso Corsetti. Che però è stato ‘recuperato’ con la carica di direttore artistico. Con le altre deleghe ritornate nelle mani del presidente Emanuele Bevilacqua. Mentre al Teatro India, è stata nominata direttrice Francesca Corona. Ma a questo punto, sono stati i compensi ad accendere un faro su tutta la vicenda. Non per il presidente Bevilacqua, che svolge gratuitamente il suo incarico. Ma per i 98 mila euro previsti per contratto per il direttore artistico. Oltre ai 40 mila per ogni regia e ai 20 mila per ogni allestimento. Mentre la Corona all’India ne percepisce ‘solo’45 mila. Ma il suo contratto che sarebbe scaduto durante il lockdown è stato prorogato fino al 2022. Così è normale che sui (presunti) assembramenti dell’altra sera, adesso tutti vogliano vederci un po’ più chiaro.

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