Che pena quei comizietti col pugno chiuso di Letta. Qualcuno gli regali una biografia di Petroselli

enrico letta pugno chiuso

“Fermate il mondo, voglio scendere”, recitava la vecchia pubblicità di un Carosello degli anni ’70. Oggi, alla luce delle frasi offensive di Enrico Letta contro l’ex sindaco di Roma, sul «mondo di Alemanno», verrebbe da dire. “Fermate il mondo”, ma quello di Letta. E fateci scendere da questa ridicola giostra mediatica messa in piedi dalla sinistra.

La solfa è vecchia. A due settimane dal ballottaggio il candidato del centrodestra viene boicottato in ogni modo. E torna di moda sistematicamente la mozione degli affetti… rossi. La mozione dell’antifascismo tattico. Funzionale a catturare i voti degli indecisi, spaventati dall’uomo nero. Che a cantare il tormentone sia il segretario dem, un tempo politico moderato, fa un po’ sorridere.

Letta che ha scelto la deriva barricadera emana infatti un non so che di ridicolo. Proprio Letta, quello dei comizi col maglioncino sulle spalle, proprio lui che ora sfodera il pugnetto chiuso, a uso dei fotografi. Una immagine così ridicola non si vedeva dai tempi del ministro Angelino Alfano col casco militare in missione all’estero.

Proprio ieri si sono celebrati i 40 anni dalla morte di Luigi Petroselli. Enrico Letta, all’epoca, era un adolescente. Probabilmente già portava il maglioncino sulle spalle e probabilmente non può ricordare quello che ieri ha rammentato bene Francesco Storace nel suo intervento su Il Tempo.

Letta e quelle frasi sprezzanti contro Alemanno

Quel sindaco comunista «rispettò la destra di Roma come sindaco della città. I più anziani – ha scritto Storace – se lo ricordano ancora quando arrivò quasi per primo, inaspettato – come faceva nei luoghi insanguinati dalla violenza e dal terrorismo – nella sede del Secolo d’Italia distrutta dalle bombe. Walter Tocci lo testimonia esattamente come accadde. Chi c’era, ricorda ancora lo stupore e la riconoscenza per un gesto di straordinaria umanità politica. In gioco non c’era solo il rispetto per un giornale organo di quel Msi suo tenace oppositore, ma anche il valore della libertà di stampa».

Ha invece risposto direttamente a Letta, Gianni Alemanno con una nota. «Sono stato molto onorato di partecipare oggi alla commemorazione di Luigi Petroselli, invitato ufficialmente come ex-sindaco dall’Associazione Berlinguer e dalla Fondazione Gramsci. Durante l’incontro ho trovato un clima molto diverso da quello ostentato da Enrico Letta quando parla con disprezzo del “mondo di Alemanno”. Chi ha parlato e organizzato l’incontro, pur nella fierezza della rivendicazione della propria identità storica, si è pubblicamente rivolto a me e al mio mondo con parole cortesi e rispettose. Nella sua relazione Walter Tocci ci ha anche tenuto a sottolineare che Luigi Petroselli aveva rapporti corretti anche con gli “avversari di sempre del Movimento Sociale” ed è stato il primo sindaco e dirigente comunista a visitare la tipografia del “Secolo d’Italia” – allora quotidiano del MSI – per esprimere solidarietà contro un attentato terroristico. Insomma, devono essere dei post-comunisti come Sposetti e Tocci a insegnare la civiltà del confronto politico e culturale all’illuminato progressista Enrico Letta».