Che ti corri sfigato. La campagna di educazione stradale degli amici di Mattia

Mattia Roperto aveva appena 14 anni. E stava tornando da una festa di fine anno scolastico con alcuni amici, nel quartiere dell’Infernetto. Quando è stato falciato mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali. Da un altro giovane di 22 anni,  Federico Costantino. Che  percorreva a velocità elevata via Cilea. E che successivamente sarebbe risultato positivo ai test su alcol e droga. Così Antonella e Andrea, i genitori di Mattia, hanno voluto trasformare l’immenso dolore per la perdita del figlio in un qualcosa di utile. Sostenuti dagli amici del ragazzo, e dal tutta la comunità dell’Infernetto. E hanno creato un movimento, confluito nel progetto Zebra. Al quale ha aderito anche la scuola dove studiava Mattia. Scopo dell’iniziativa, sensibilizzare l’opinione pubblica per aumentare la sicurezza nelle strade. Ed evitare se possibile che altre tragedie immani come quella che ha dovuto sopportare la famiglia Roperto accadano ancora. Ieri oltre 200 persone del quartiere residenziale a fianco di via Cristoforo Colombo sono scese in strada, e tantissimi ragazzi si sono sdraiati simbolicamente sulle strisce pedonali. Indossando magliette nere, con scritto in grande ‘Che ti corri sfigato’. Un messaggio semplice ma incisivo. E una bella maniera per ricordare Mattia. A un anno esatto dalla sua drammatica scomparsa.

Non ce l’ha fatta Elena Baruti, la liceale investita sulla Nomentana

Se corri in macchina o in moto sei un pericolo per te e per gli altri. Ancora troppi i casi di morti sulle strade di Roma

La manifestazione ‘Che ti corri sfigato’ è stata ideata e realizzata in onore di Mattia. Travolto e ucciso a 14 anni esattamente l’8 giugno 2020. Mentre attraversava una strada dell’Infernetto sulle strisce pedonali. E tra le 200 persone in piazza ieri, c’era anche Antonio Mortai. Che sul lungomare di Ostia ha perso entrambi i genitori. Anche loro falciati da un’auto pirata, sempre sulle strisce. I morti per incidenti sulle strade di Roma restano sempre tanti, tra buche, scarsa illuminazione, segnaletica spesso scolorita o assente e comportamenti incivili di chi guida. Nel 2019 sono state 125 le vittime della strada nella Capitale, e di queste ben il 36% erano pedoni. Anche giovanissimi, come Mattia. O la studentessa Elena Baruti, travolta sulla Nomentana. Per non parlare del caso di Gaia e Camilla. Le due amiche investite e uccise su Corso Francia dall’ auto condotta da Pietro Genovese, figlio del noto regista. In una tragedia che ha sconvolto tre famiglie. E fatto molto scalpore nella Roma bene, con la coda del relativo processo. Sono solo alcuni esempi di quanto possano costare caro velocità, disattenzione e guida spericolata. E la manifestazione di ieri all’Infernetto e’anche un modo per dire basta. E per fermare questa strage continua e senza senso.

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