Manovra giusta. Ma ora una precisa comunicazione di governo

Comunicazione governo

Occorre dedicarsi alla comunicazione di governo, ora. Un’opposizione senza prospettiva riesce ad attaccare una manovra finanziaria che dà e non toglie. All’indomani della presentazione dei conti con cui il governo Meloni porta l’Italia nel 2023, c’è da restare a bocca aperta per le scempiaggini di una sinistra che farfuglia solo bla-bla inconsistenti.

Se possiamo permettercelo – ma sappiamo di trovare orecchie attente nella premier – il governo non giochi più in difesa rispetto alle chiacchiere del centrosinistra e organizzi anche una linea strategica di comunicazione della propria azione.

Reagire con la comunicazione di governo

Ci sono questioni sostanziali che vanno messe in evidenza per non falsare la discussione.

Anzitutto nessuno dimentichi che si è votato il 25 settembre, che il governo si è insediato a fine ottobre e che bisogna andare di corsa anche per evitare di finire in esercizio provvisorio.

Poi, il merito delle questioni. La valanga di miliardi – ventuno – messi in campo contro il caro bollette non sono un atto dovuto. Ma si tratta di una scelta politica ben precisa: prima di tutto vengono famiglie e imprese, schiantate dal caro energia. Il governo se ne è fatto carico. È un risultato di cui essere orgogliosi e semmai ci vorrebbero iniziative, dichiarazioni, comunicati che raccontino agli italiani come è stato possibile puntare all’obiettivo di rendere meno aspra la vita.

Il resto – circa 14 miliardi – sono i primi segnali di attenzione possibili in appena trenta giorni di governo, soprattutto verso i più deboli “veri”. Non c’è stata una mazzata sul reddito di cittadinanza di cui ciancia Conte, ma un inizio di riforma su uno strumento imperfetto. Fa piuttosto indignare che se ne lamenti il Pd, che si scagliò contro il reddito di cittadinanza quando fu introdotto…

Occhio ai programmi Rai contro l’esecutivo

Alla base di una manovra da 35 miliardi euro ci sono 2 priorità”, ha detto la Meloni: la crescita – e cioè mettere in sicurezza il tessuto produttivo – e la giustizia sociale e con l’attenzione alle famiglie e redditi più bassi e categorie fragili”.

L’Italia si rimette finalmente in carreggiata e tutto questo in poche settimane di lavoro.

Se c’è una lamentela da fare, semmai, è sui boiardi che restano aggrappati alle poltrone e assaltano la diligenza. Mentre la Rai continua a sfornare programmi contro il governo: a proposito di comunicazione è lì che bisogna metterci le mani.