Con Vaia è la solita Italia. Che trascina i suoi eroi nella polvere

Il professor Vaia ha rappresentato un faro, nel momento della massima violenza della pandemia. E lo Spallanzani è stato riconosciuto proprio in quel frangente, come eccellenza mondiale. Da tutti, scienziati, politici e Capi di Stato. Però adesso, sullo stesso Vaia infuriano le polemiche. Legate allo sviluppo del vaccino, ai russi e allo Sputnik. O forse a qualche invidia di troppo. Riemersa dopo la nomina dello stesso Vaia a direttore generale del famoso nosocomio romano. Brutto vizio, tutto italico, quello di trascinare le nostre eccellenze nella polvere. Ma siccome c’è chi non dimentica il bene fatto da Vaia e dalla sua equipe, invitiamo tutti a leggere la bellissima lettera aperta del professore su Facebook. Della quale riportiamo gli stralci più significativi. Perché chi ha la memoria corta, è destinato a non avere futuro.

Vaia contro i catastrofisti del Covid: “Cari politici, lavorate senza colpevolizzare i cittadini”

Lo sfogo del professor Vaia su Facebook. Eravamo in trincea, non posso scordare il sacrificio di tanti colleghi

“Carissime Amiche , carissimi Amici,
Il 30 ottobre del 2021 i camici bianchi dello Spallanzani furono accolti dagli applausi dei  “grandi della terra”. E la foto, ormai storica, fece il giro del mondo, così come il mio selfie con Biden (insieme ad un mio collega). Ero subito dietro Draghi e di fianco alla Merkel che mi disse di conoscermi ( I know you ) e di apprezzare moltissimo il nostro lavoro. Tank you for everything, mi disse. Grazie a voi italiani per quanto avete fatto e state facendo. Quei ringraziamenti, che in quella sede si univano a quelli del nostro Presidente del Consiglio, a quelli di Biden, di Boris Jhonson, di Trudeau ed altri, erano idealmente uniti a quelli già espressi in una lettera inviatami dal Santo Padre Papa Francesco, del nostro Presidente della Repubblica, più volte presente allo Spallanzani, di tante autorità di Governo, della struttura commissariale, a partire dal Gen Figliuolo, di moltissime autorità civili e militari, della magistratura, di milioni di cittadini.
Lo Spallanzani è stato, in questo periodo drammatico , per il mondo intero, un apprezzato e vigoroso baluardo nella lotta alla pandemia, dalla coppia cinese ad oggi.

Da “ narratore delle gesta dei miei colleghi” , come sempre mi sono definito, ho cercato di raccontare agli Italiani il nostro lavoro , sempre sforzandomi di dare fiducia e serenità. Dando loro il coraggio e la speranza necessari per uscire da questa durissima lotta.
Abbiamo curato tantissime persone, abbiamo condotto la campagna di vaccinazione i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. Da noi sono passati centinaia di migliaia di cittadini.

Le nostre “falangi”, le Uscar, sono state da subito impegnate nelle prime zone rosse. A partire da Nerola, nelle RSA e a casa delle Persone. Con coraggio e professionalità, quando era difficile, e ancora oggi portano a casa delle Persone strumenti diagnostici avanzati e terapie innovative (…)”.

Vaia chiede rispetto, basta con la spy story alla vaccinara

“Potrei scrivere qui tantissimo sulle mie valorosissime colleghe e straordinari colleghi – prosegue Vaia. Io ho memoria e mai potrò dimenticarli! Per sempre nel mio cuore, grazie a loro ho potuto comunicare i nostri tantissimi successi in questa pandemia, sia sul piano dell’assistenza che della ricerca scientifica.
Per rispetto a loro, al loro lavoro, ai tanti sacrifici fatti e che stanno ancora facendo, in Italia e all’estero , penso ad esempio alla nostra missione a Sighet , città natale del Premio Nobel per la Pace, Elie Wiesel , per accogliere i profughi ucraini che hanno bisogno di cure, che devo assolutamente dire qualcosa sulla “Spy story alla vaccinara “ nella quale ci vorrebbero coinvolgere. E su alcune mie vicende personali.

Da “ narratore di gesta” e da Dirigente che crede nel lavoro dei suoi colleghi, pur non essendo come tutti sanno un ricercatore e non seguendo quindi direttamente le ricerche, non posso che ribadire l’assoluta trasparenza delle nostre ricerche scientifiche sul virus e sui vaccini, tutti. Alle quali la nostra comunità scientifica si è dedicata, con passione, grande professionalità e disinteresse per tutto ciò che non sia il progresso della scienza e la tutela della salute dei cittadini. Mai si sono violate le regole, mai si sono concessi dati sensibili a chicchessia, come da manifesto siglato da me, direttore sanitario e dall’allora direttore scientifico, il Dr. Ippolito. E tutto si è sempre svolto alla luce del sole, anche con conferenze stampa. E, quando necessarie e previste, con le autorizzazioni dovute. Oltre oltre alla previa condivisione delle autorità competenti, sempre informate, ed alle pubblicazioni.
Un grazie alle mie colleghe e colleghi amministrativi che hanno contribuito in maniera determinante a farci conseguire, unici in regione e per la prima volta nella storia dello Spallanzani, il pareggio di bilancio , il traguardo di ogni amministratore! E di avere i complimenti più sinceri da parte dell’autorità anticorruzione e del collegio sindacale”.

Devo il chiarimento alla mia famiglia e ai colleghi. Abbiamo sempre fatto tutto alla luce del sole

Le mie storie personali che alcuni hanno voluto in questo tempo utilizzare per screditare il mio lavoro e quello dello Spallanzani. La mia vita è da tanto tempo sotto la lente di ingrandimento – ha concluso Vaia. Da più di due anni sono in trincea e mediaticamente esposto, sono stato direttore generale di fatto ( burocraticamente si dice f.f.facente funzioni ) per quasi quindici mesi e tutto era ed è chiaro e conosciuto da tutti, da tempo.
Sono fatti noti che ciclicamente compaiono al bisogno del momento e che non hanno nessuna incidenza sulle procedure selettive, nazionali e regionali.

Nella mia vita ho commesso errori. Qui non voglio descrivere giustificazioni o spiegazioni, pur possibili e tante, ma voi dovete sapere che non mi sono stati concessi sconti ed ho pagato fino in fondo il mio debito.
E parliamo comunque di episodi datati nel tempo ( alcuni di trenta anni fa ) ed ampiamente superati, anche con sentenze di proscioglimento.
Si è cercato di ridicolizzare alcune mie scelte esistenziali e la possibilità , che si concede a tutti, di avere chances di riscatto. Son venuti fuori sentimenti abietti come livori, rancori, invidie, piccole vendette.

La domanda è a voi Amiche ed Amici che in tanti mi seguite con affetto. Ho lavorato bene o male in questa pandemia ? Mi sono esposto si o no in prima persona nella lotta al virus cercando di dire sempre con chiarezza il mio pensiero ? Ho sempre risposto con puntualità a tutti coloro, e sono tantissimi, che hanno cercato il mio consiglio, il mio supporto e quello dei miei colleghi?
Abbiamo sempre informato delle scelte del nostro Istituto le Autorità competenti, sia di Governo che regionali, abbiamo lavorato a stretto contatto con la Regione, competente per materia insieme al ministero, e soprattutto, come sempre nella mia vita e come fa chiunque, con i miei diretti superiori regionali, a partire dall’assessore alla sanità (…)”.

Mi fanno orrore la guerra e i guerrafondai

La serenità della mia famiglia innanzitutto e l’affetto che nutro per la mia comunità dello Spallanzani di cui sono orgogliosamente ad oggi direttore, mi impongono di rivolgermi all’Autorità nazionale e regionale. Se si ritiene che abbiamo lavorato male torno al mio lavoro di dirigente medico. Se viceversa, si ritiene valida ed efficace la nostra azione si rinnovi la fiducia difendendo lo Spallanzani, i suoi operatori, il suo direttore.
Dimenticavo: la guerra e i guerrafondai a me fanno orrore e li condanno, da sempre! Foto prof. Francesco Vaia da Facebook