Confartigianato, chiuse 6 mila imprese familiari a Roma. Così non si riparte

Confartigianato ha lanciato l’allarme. Sono oltre 6 mila le imprese familiari di Roma che in questo anno terribile di pandemia hanno dovuto chiudere la saracinesca. Perché tra affitti, utenze e perdite di fatturato non ce l’hanno fatta a saltarci fuori. Si tratta di un dato pesantissimo, che coinvolge dalle 15 alle 20 mila famiglie. E ovviamente parliamo di negozi regolari, non di mondo dell’ambulantato. Che pure ha i suoi grandi problemi. Il rapporto di Confcommercio parla chiaro, il primo  problema di queste micro aziende e’stato quello della liquidità. Dell’accesso al credito insomma. Perché nonostante le molte rassicurazioni, i rubinetti delle banche per i più piccoli sono rimasti chiusi. E per chi ha avuto la fortuna di ricevere qualcosa dai vari decreti ristori, si è trattato di poche migliaia di euro. Neppure sufficienti a pagare tasse e utenze e a tenere aperta la partita Iva. Per non parlare degli affitti. Perché il meccanismo del credito di imposta è utile se si hanno le spalle coperte. Ma altrimenti, servono aiuti rapidi. Soldi nei conti correnti. E tutto questo non si è visto.

Ecco perché la principale richiesta rimane insieme a nuovi aiuti per chi sopravvive, un taglio netto alla burocrazia. Procedure più semplici e rapide. Altrimenti si blocca tutto. E anche esperimenti virtuosi come il superbonus al 110% sulle ristrutturazioni finiscono per non rendere come potrebbero.

La Confartigianato: mesi persi dalle istituzioni, i nostri sacrifici azzerati

Ecco i numeri della crisi nera delle piccole imprese familiari nel rapporto di Confartigianato

Ecco i numeri che mettono paura. Contenuti nell’ultimo rapporto di Confartigianato Roma, e ripresi in un articolo di Lilli Garrone sul corriere.it. Relativi alle micro imprese e alle attività artigiane della Capitale. Letteralmente decimate dalla crisi, con oltre 6 mila chiusure nell’ultimo anno. E ad essere colpiti sono stati trasversalmente tutti i settori. In primo luogo il commercio al dettaglio, con meno 2630 imprese, e quello all’ingrosso con meno 1520. All’elenco si aggiungono poi il settore della ristorazione, con meno 990. E quello della produzione che si riduce di 528 imprese. Il settore dell’alloggio con 236 attività in meno, e quello dei servizi alle imprese che fa registrare un saldo negativo di -173. Mentre segna un -94 quello dell’autoriparazione. Considerato l’andamento dell’anno, «resistono», se così si può dire, solo due settori: il benessere (acconciatori, estetisti) con un saldo negativo di solo 30 saloni. E la riparazione dei beni con 23 laboratori in meno. Segno positivo, invece, per le imprese dell’edilizia, comprese le artigiane, che sono cresciute di 1460 unità. Merito delle agevolazioni e del superbonus. Che con meno burocrazia potrebbe rendere ancora molto di più.
https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/21_maggio_28/confartigianato-pandemia-ha-cancellato-seimila-imprese-familiari-0502d596-bf17-11eb-ba33-0cbbda981d05.shtml