Conte Draghi, slitta a mercoledì l’incontro ad alta tensione. C’è anche il no al termovalorizzatore di Roma

Era previsto per oggi pomeriggio il faccia a faccia tra Conte e Draghi. Dopo giorni di silenzi e incomprensioni. Ma verrà aggiornato a mercoledì prossimo alle 16. A causa della tragedia sulla Marmolada, che sta tenendo l’Italia con il fiato sospeso. Sullo sfondo, quella telefonata a Grillo poi smentita. Nella quale il premier avrebbe chiesto in sintesi al fondatore del Movimento di ‘sbarazzarsi’ dell’ex premier. Come condizione per andare avanti con il governo. Tutto rientrato dunque? Non sembra proprio. Infatti, telefonata o meno le divergenze rimangono. Ancora più nette, dopo la fuoriuscita dal M5S del governista Di Maio. Così Conte, dovrebbe presentarsi con una agenda di soli tre punti. Ma pesanti come un macigno. Stop a nuove armi all’Ucraina, niente riduzione del reddito di cittadinanza, e no al termovalorizzatore di Roma. Questa ultima questione, legata al decreto Aiuti. Approvato dal governo, che giungerà alla Camera il prossimo 16 luglio. Probabilmente con l’ennesimo voto di fiducia. All’interno, anche i poteri speciali al sindaco Gualtieri. Che gli consentirebbero di realizzare nuovi impianti di trattamento rifiuti in città, anche in deroga al Piano regionale. Una manina ha cercato di togliere questo punto, per trovare un accordo. Ma la commissione bilancio ha respinto, prendere o lasciare. E adesso, anche il ricorso alla fiducia potrebbe non essere sufficiente per garantire qualche altro mese di vita al governo. Che con la crisi e le scissioni del M5S, sembra sempre più ballare sul Titanic.

Termovalorizzatore, sui rifiuti di Roma balla l’alleanza PD M5S

Il M5S e Conte sui rifiuti stoppano Gualtieri

Dunque, oltre alle note questioni legate alla guerra e al reddito di cittadinanza, sulla tenuta del governo irrompono anche i rifiuti di Roma. Con Conte che sarebbe pronto a chiedere a Draghi di levare dal decreto Aiuti la norma che tanto fa paura al M5S. Quella cioè, che consentirebbe al sindaco Gualtieri di realizzare il termovalorizzatore, probabilmente a Santa Palomba. Ma proprio sul nuovo impianto, i grillini a livello locale si sono divisi. Con l’assessora regionale Roberta Lombardi che ha cercato di fare da mediatrice. E una posizione più intransigente in Campidoglio, dove i pentastellati sono all’opposizione. Chi è contrario infatti, sostiene che bruciare i rifiuti allontani la chiusura del ciclo. E vada in controtendenza, anche rispetto alle più recenti direttive europee. Ma sul tema, da parte del Pd e della assessora comunale Alfonsi non ci sono stati ripensamenti. Così la patata bollente, adesso è arrivata a Palazzo Chigi. E nessuno può dire con certezza come andrà a finire.