Covid, 380 casi in 300 scuole. E anche l’Avogadro chiude i battenti

Si fa sempre più preoccupante la casistica dei contagiati da covid 19 nelle scuole di Roma. Secondo gli ultimi dati disponibili, ad oggi sarebbero 380 tra studenti, docenti e operatori ad aver contratto il virus. Con una incidenza sul totale dei malati che cresce fino all’’8 per cento. E tra i contagiati, l’86 per cento sarebbero proprio costituiti da bambini e ragazzi. Numeri che iniziano ad essere francamente preoccupanti. Tenendo conto che ogni volta che uno studente risulta positivo, scattano inevitabilmente i protocolli di sicurezza. Quindi la chiusura della classe e la sua santificazione. Il tampone obbligatorio per i familiari e per chi avesse intrattenuto contatti ravvicinati con l’infetto. Insomma una trafila che coinvolge decine di persone. E con i drive in intasati e i reagenti che scarseggiano alcuni istituti hanno scelto di ritornare alla didattica a distanza. Anche perchè la decisione rientra nell’ambito della autonomia decisionale dei presidi e dei dirigenti scolastici. Che ovviamente si attengono alla massima prudenza. Così è stato per l’Avogadro, il liceo del quartiere Coppedè. Che ha optato per il tutti a casa, anche le classi non in quarantena. E si registra un primo caso di un positivo anche alla Sapienza. Che ha portato all’isolamento di cinque persone e al controllo di altre 15.

Dalle sirene alla campanella, nelle scuole entusiasmo ma anche criticità

Oltre all’Avogadro, quasi tutti a casa anche al Montale e al Russell. E all’alberghiero Vespucci mascherina sempre indossata

Non c’è solo il caso dell’Avogadro che ha chiuso i battenti. Garantendo comunque la didattica a distanza. Ma anche altri Istituti romani si sono mossi, correndo ai ripari. Per contenere il più possibile il rischio di contagio. Così anche al liceo classico Montale a via Bravetta la maggioranza delle classi sono chiuse. Così come al Russell sulla Tuscolana. Mentre all’alberghiero Vespucci a Casal Bruciato la preside Maria Teresa Corea ha disposto l’uso costante delle mascherine anche se ci trova in classe al proprio banco. Qui per fortuna per ora non abbiamo positivi, ha dichiarato la Corea a Roma Today. Ma con la crescita dei contagi non si può scherzare. Certo non posso obbligare nessuno, ha precisato la preside. Ma spero che l’invito venga raccolto con il massimo del buon senso. Chiuso invece l’Istituto agrario Domizia Lucilla a Monte Ciocci, dove si è verificato un caso di un positivo. Vista la piccola dimensione della scuola che conta solo otto classi e dodici docenti che ruotano tra di loro la scelta più drastica è stata inevitabile.

A Bracciano un professore si rifiuta di indossare la protezione, multato. E l’Usb di Roma proclama lo stato di agitazione nelle scuole dell’infanzia

Controcorrente invece quanto successo a Bracciano. Dove il preside di un istituto superiore ha chiamato i Carabinieri. Perché un professore della sua scuola si rifiutava di indossare la mascherina. Ma anche di fronte alle sollecitazioni dei militari, il docente non ha cambiato atteggiamento. E nei suoi confronti è scattata la sanzione di 400 euro prevista in questi casi. Infine, è da segnalare come il sindacato di base Usb abbia proclamato a Roma lo stato di agitazione nelle scuole dell’infanzia. Perché non sarebbero garantiti per educatori e operatori gli standard di sicurezza previsti dalla legge.

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/20_ottobre_08/vespucci-mascherine-banco-sbarrati-plessi-dell-avogadro-ddba933a-08d6-11eb-ab0e-c425b38361b4.shtml