Covid, l’emergenza esiste. Ma riguarda immigrati e democrazia

Una doverosa premessa. Non siamo negazionisti. Il virus esiste. La pandemia non è un’invenzione. Morti e malati purtroppo fanno parte della tragica realtà di questo maledetto 2020. Quello che contestiamo è l’uso politico che si è fatto e si sta facendo del coronavirus e di questa emergenza. È ormai evidente che i principali danni procurati dalla pandemia sono da attribuire a grossolani errori commessi dal Governo. Ne sono la prova i verbali del Comitato Tecnico Scientifico che suggerivano una chiusura delle zone a maggior diffusione dei contagi, indicazioni non raccolte dalle autorità governative. A questo si sommano i ritardi, l’inefficienza del servizio sanitario e la mancanza di dispositivi di protezione. Un disastro per il quale mezzo Governo sarà chiamato a rispondere in sede penale e civile.

Lo stato di emergenza è stato prorogato dal Governo fino al 15 ottobre. Un’emergenza senza l’emergenza.

Già, i numeri parlano chiaro per chi sa leggerli. Da mesi le terapie intensive sono vuote: ci sono in media 50 ricoverati in tutta Italia. E sarebbe interessante sapere da quanto tempo sono ospedalizzati. I ricoveri di pazienti con sintomi ad oggi sono 731. Questi sono gli unici dati attendibili perché quelli relativi ai morti e ai contagi sono condizionati da molte variabili. Il numero degli infetti si basa sul quantitativo di tamponi effettuati. Il 16 agosto i contagi sono stati 479. Zangrillo ha già chiarito che contagiato non significa malato. Nella stragrande maggioranza dei casi i contagiati non presentano i sintomi della malattia o li presentano in forma lieve. Oltretutto buona parte dei test positivi va attribuita ai migranti clandestini e ai rientri dai viaggi all’estero.

Contagiati e deceduti, impariamo a leggere i numeri dell’emergenza 

Un discorso a parte in questa strana emergenza va fatto per i pazienti deceduti. Quelli dichiarati Covid si contano giornalmente sulle dita di una mano. Il 16 agosto sono stati 4. Anche in questo caso bisognerebbe sapere se sono morti “con covid” o “per covid”. Sono comunque numeri molto contenuti. Vi siete mai chiesti quanti morti ci sono giornalmente per altre patologie? Secondo i dati ISTAT nel 2019 sono morte 647mila persone, 1773 ogni giorno. Di questi: 630 per infarto e malattie cerebro vascolari. 493 per tumori. 145 per malattie dell’apparato respiratorio di cui 37 per polmoniti; 84 di Parkinson e Alzheimer; 80 di diabete; 67 di malattie psichiatriche; 63 di malattie dell’apparato digerente. Di cosa stiamo parlando? I morti per Covid sono esigui. Ci stanno raccontando una storia diversa dalla realtà. Questa è una condotta criminale. Prima di tutto sul piano della tutela della salute perché gli ospedali stanno trascurando i pazienti con patologie croniche e disabilità a causa del coronavirus. Liste operatorie bloccate. Tempi lunghi per visite ed esami. Un sistema paralizzato per il covid. Cui prodest?

Terapie intensive vuote e sale operatorie bloccate. Ma con il terrore si governa meglio e si sospende la democrazia 

E qui veniamo all’aspetto politico. Mantenere la popolazione in uno stato di torpore e terrore giova al potere. Ogni giorno ascoltando i media di regime si assiste alla rappresentazione di una catastrofe imminente. Morti e contagi in continua crescita (falso). Stanno preparando il terreno per giustificare una serie di lockdown su base locale allo scopo di alimentare la strategia del “terrore sanitario”. Obiettivo: anestetizzare ogni forma di dissenso e continuare a governare a colpi di decreti in un regime di sospensione della democrazia. I media nazionali hanno sfruttato anche il post di un infermiere del Policlinico Umberto I che in uno sfogo polemico ha stigmatizzato i comportamenti, a suo modo di dire “irresponsabili”, di coloro che fanno movida e aperitivi senza mascherina, mentre chi lavora nelle strutture Covid suda copiosamente nelle tute di tyvek. Sfogo comprensibile per la difficoltà e la delicatezza del lavoro, ma non supportato da evidenze. Vogliamo colpevolizzare i cittadini che dopo tre mesi di arresti domiciliari hanno voglia di normalità? I contagi da ballo e aperitivi sono quasi zero. Le accuse vanno indirizzate verso chi consente lo sbarco indiscriminato di clandestini, spesso covid-positivi, che fuggono in giro per la penisola.

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Ma alla colpevolizzazione dei cittadini siamo ormai abituati. Ed è così che il duo Conte-Speranza ha partorito il primo colpo basso del nuovo stato di emergenza decretando chiusura delle discoteche e il coprifuoco con mascherina dalle 18 alle 6. Una buffonata che costerà cara all’economia italiana. I gestori dei locali sono sul piede di guerra. I cittadini pure. Il virus fa la movida? Esce alle 18 e rincasa la mattina alle 6? Ridicoli. Ma intanto si prepara il terreno per il rinvio dell’apertura delle scuole. Dopo mesi di annunci l’unica decisione presa è stata quella dell’acquisto dei famosi ed inutili banchi a rotelle, che nemmeno saranno consegnati in tempo utile. Ed infine arriverà il rinvio delle elezioni regionali, tanto temute dal governo degli incapaci per la paura di perdere le poltrone.

Il Ministro della Salute in un tweet ha scritto: “avanti con prudenza”. Ci sta prendendo in giro? Hanno riempito l’Italia di clandestini e noi dobbiamo essere prudenti? La gente è incazzata davvero. Primo o poi si andrà al voto e vale la pena di ricordare al Ministro: chi di Speranza vive disperato muore.

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