Covid tra medici e infermieri, e la cardiologia del S. Camillo è costretta a chiudere

Brutta notizia per i malati cardiologici che erano in attesa di un esame al S.Camillo Forlanini. Per ‘colpa’ dell’emergenza covid infatti la cardiologia è stata costretta a chiudere, e rimane in funzione solo la UTC. L’Unità intensiva coronarica dedicata ai casi più urgenti, per intenderci quando si arriva in ospedale con un infarto in corso. Ma per tutti gli altri, bisognerà attendere tempi migliori. Avere pazienza, e un po’ di fortuna. Sembra incredibile, ma è proprio così. E il perché di questa situazione drammatica è stato spiegato al messaggero.it dal dottor Sandro Pretolati, cardiologo e segretario ANAAO Assomed del S. Camillo Forlanini. Abbiamo tra i 16 e i 18 letti inutilizzati, ha attaccato Petrolati. Perché molti medici e infermieri sono stati dirottati sull’emergenza covid 19. Ma purtroppo anche i colleghi si sono ammalati, e quindi è stato giocoforza chiudere la cardiologia.

Fin qui la denuncia del rappresentante dell’ANAAO. Ma è chiaro che c’è tanta amarezza per le condizioni in cui gli operatori sanitari sono costretti a svolgere il loro lavoro. E il sovraffollamento del S. Camillo si poteva prevedere. Visto che è diventato hub per tutta la cardiologia, andando anche a prendere pazienti dall’Umberto I e da Tor Vergata. Ma il rischio è che a rimetterci sia chi ha bisogno di un pacemaker o di una coronagrafia. E che avremo a breve più morti per infarto che per covid.

https://www.ilmessaggero.it/roma/news/san_camillo_covid_roma_ospedale_interventi_cardiologia_medici_21_novembre_2020-5600038.html

La cardiologia del S. Camillo costretta ad operare solo per le urgenze. Il presidente dell’Ordine dei Medici Antonio Magi, non abbandoniamo i malati ‘no covid’

Aperta solo per le urgenze. Non è il cartello apposto a qualche negozio sotto casa, ma la triste realtà della cardiologia dell’ospedale S. Camillo Forlanini. Dove tra contagi di medici e infermieri e assistenza per gli oltre 150 malati covid ricoverati non c’è più personale disponibile. Per tutti gli altri malati. L’assessore regionale alla salute Alessio D’Amato aveva promesso 5300 posti in più per combattere il coronavirus entro metà novembre, ma siamo ancora fermi a 4500. Anche se il problema maggiore adesso stanno diventando le altre patologie. Così il presidente dell’Ordine dei Medici di Roma Antonio Magi è voluto intervenire, in una intervista al messaggero.it. Con qualche suggerimento semplice ma importante, per affrontare meglio l’emergenza.

”Ci troviamo di fronte a un’emergenza nell’emergenza -ha commentato Magi – i numeri sul personale sono quelli che sono. Ma bisogna dare assistenza anche a chi non rientra nella categoria dei malati Covid o in quella delle urgenza extra virus perché rischiamo di portare in condizioni acute decine di pazienti cardiopatici”. Soluzioni praticabili nell’immediato? “Per quanto riguarda il personale – conclude Magi – si potrebbero aumentare le ore di lavoro da 20 a 38 settimanali agli specialisti – cardiologi compresi – che lavorano negli ambulatori delle Asl”. Oltre ovviamente a trovare posto in altre strutture. Come per esempio il Forlanini, che sembrava una battaglia solo del centro destra. Ma che ultimamente ha visto gli interventi favorevoli ad una riapertura del nosocomio da parte della Barbara Palombelli e addirittura della sindaca Raggi. E sarebbe proprio il caso di dire, meglio tardi che mai.

Lo “scoop”: finalmente la Raggi ne fa una giusta. “Riaprire il Forlanini”