Nella cuccia della regione Lazio si trovano i soldi per le femministe

Cuccia regione Lazio

Nella cuccia della regione Lazio un milione e passa per le femministe si trova sempre.

L’ironia se la chiamano, dopo quanto è successo a Esterino Montino e Monica Cirinnà, crocifissi per i quattrini trovati nella vecchia dimora del loro cane. E hanno fatto bene a denunciare l’accaduto.

I soldi nella cuccia della regione Lazio

Ma i soldi versati da Nicola Zingaretti all’asta per acquisire al patrimonio regionale la casa per femministe Lucha Y Siesta, fanno indignare.

Perché non è una cuccia, e perché se la regione Lazio si deve muovere per aiutare le compagne del governatore lo deve fare attraverso bandi pubblici che in questo caso non ci sono.

L’immobile era di proprietà Atac, era stato occupato dalle compagnucce e il Comune di Roma lo rivoleva indietro. La regione si è messa di traverso ad un’altra istituzione e ha accontentato le occupanti. Sborsa più di un milione di euro e lo dà a loro. È normale tutto questo nella città dove invece sindaco e governatore se la prendono a turno con CasaPound?

L’opposizione in consiglio regionale si è fatta sentire nonostante l’estate – agosto è sempre un mese propizio per queste cosacce – : Laura Corrotti della Lega chiede alla Corte dei Conti di fare chiarezza. E sollevano dubbi anche da Fdi Chiara Colosimo e Giancarlo Righini: quest’ultimo presiede il comitato di controllo contabile, aspettiamoci iniziative.

Il regalo a un mese dalle elezioni comunali

Anche perché a poco più di un mese dalle elezioni comunali qualche dubbio viene. Persino Roberto Gualtieri, candidato del Pd in Campidoglio, esulta, e su Twitter qualcuno gli chiede “ma tu che ne sai?”

La realtà è che Zingaretti si è mosso alla sua solita maniera elettorale ed è quasi ovvio dovergliene chiedere conto presso la magistratura contabile. Dice la Corrotti: “Regalano un immobile ad un’associazione di militanti dello stesso partito del presidente della Regione, che continuano ad occupare illegalmente gli stabili della Capitale.Per questo, ci rivolgeremo alla Corte dei Conti al fine di capire se può ritenersi normale un’azione di questo genere, con l’aggravante delle solite tempistiche da campagna elettorale utili a racimolare qualche voto”.

Magari a Zingaretti stavolta non gli va bene come al solito.