Zingaretti compra (coi soldi nostri) l’associazione “Lucha y Siesta”. Corrotti: “Intervenga la Corte dei Conti”

Laura Corrotti, Lucha y Siesta

«Abbiamo salvato Lucha y Siesta, una grande esperienza di protagonismo delle donne e lotta alla violenza di genere. Un patrimonio di tutta Roma e della nostra comunità». Nicola Zingaretti, dalla quarantena obbligata per le norme anti-Covid (vedi articolo) ha annunciato su Facebook trionfante la decisione della Regione Lazio.

Lucha y siesta, l’annuncio “elettorale” di Zingaretti

«Lo abbiamo fatto perché è ipocrita riempirsi la bocca della parola diritti e solidarietà e poi assistere senza fare nulla alla chiusura dei servizi. ‘È lo stesso spirito che ci ha portato, qualche anno fa, a salvare tutti i centri antiviolenza di Roma e provincia che rischiavano di chiudere. E poi a garantire alle donne spazi per organizzare attività culturali, di promozione delle pari opportunità, di contrasto agli stereotipi e alla violenza, con il bando sui luoghi delle donne che ha aiutato Lucha y Siesta, la Casa Internazionale delle Donne e altre preziose realtà nei quartieri».

Laura Corrotti: “Il tema non è la violenza sulle donne, ma il sistema clientelare”

Una decisione che sorprende e che allarma. «Apprendo con stupore l’acquisto, tramite asta, da parte della Regione Lazio dell’immobile di via Lucio Sestio 10 per poi regalarlo ad un’associazione di militanti dello stesso partito del presidente della Regione, che continuano ad occupare illegalmente gli stabili della Capitale. Per questo, ci rivolgeremo alla Corte dei Conti al fine di capire se può ritenersi normale un’azione di questo genere, con l’aggravante delle solite tempistiche da campagna elettorale utili a racimolare qualche voto». Così in una nota Laura Corrotti, consigliere Lega Regione Lazio.

«Qui il tema non è quello di accogliere ragazze vittime di violenza in una struttura, cosa che da donna ovviamente considero meritorio e apprezzabile, ma assegnare immobili a propria discrezionalità anziché passare da bando pubblico».

Le sessantottine esultano

«Inutile dire che la sinistra si sta scatenando in proclami sessantottini. Esulta Marta Bonafoni della lista Zingaretti: «La Casa delle Donne ‘Lucha y Siesta’ è salva: alla terza asta la Regione Lazio si aggiudica l’immobile di via Lucio Sestio 10 a Roma, finito nel concordato preventivo di Atac, e permette così a un’esperienza unica in Europa, nata dall’impegno sul territorio di un nutrito gruppo di attiviste femministe e transfemministe, di vivere e continuare a dare ricchezza e luce alla città». La Corte dei Conti dirà se la mossa elettorale ha rispettato la legge. Politicamente, è già bocciata.