D’Amato si presenta agli elettori: “Nasco comunista e me ne vanto, l’inceneritore non è nel mio programma”

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Alessio D’Amato comunista così: come Mario Brega in un noto film di Verdone, lo rivendica con orgoglio. Senza diventare rosso. “Io vengo dalla Fgci, dal Pci. Poi creammo i comunisti italiani per sostenere il governo Prodi. Rivendico la mia storia, come fa Meloni per la sua. Il Covid mi ha insegnato a essere pragmatico. Oggi sono tesserato del Pd, ringrazio tutte le forze politiche che mi stanno sostenendo, ma non voglio etichette. Non sono il candidato di qualcuno”. Lo dice Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio, in un’intervista al quotidiano ‘La Repubblica’, ora candidato governatore della Regione, per il Pd e il Terzo Polo.

D’Amato si vanta della sua storia comunista

Sull’inceneritore di Roma, replica riguardo al programma: “non ci deve essere. E’ una scelta gia’ definita da Gualtieri, come commissario, e dallo Stato. Il compito della Regione sara’ aiutare Roma a uscire da una crisi che da un lato fa si’ che la tassa dei rifiuti sia tra le piu’ alte d’Italia e dall’altro aumenta l’inquinamento, perche’ i tir e le navi carichi d’immondizia fanno la spola con mezza Europa”.

Il rapporto tra Roma e Lazio deve essere quello di un bimotore, come la Ducati di Pecco Bagnaia: se tira Roma, il Lazio vola”. “Dobbiamo rimotivare il nostro popolo, al teatro Brancaccio giovedì ho visto tanto entusiasmo. Dobbiamo spiegare cosa abbiamo fatto, per esempio durante la pandemia, quando nel Lazio abbiamo avuto un tasso di letalità che era meno della metà rispetto al dato nazionale. Dobbiamo combattere gli ostacoli che bloccano l’ascensore sociale, che impedisce ai figli di migliorare le proprie condizioni di vita rispetto ai padri. E possiamo contare sul lavoro enorme di questi anni della giunta Zingaretti, che ha ridato dignità alla nostra regione. Penso all’uscita dal commissariamento della sanità e agli investimenti che sono ripartiti”, conclude D’Amato.