Della Vedova conferma l’anticipazione di 7Colli: “È vero, Soros mi ha donato 300mila euro”

Come scritto ieri da 7Colli, Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa, ha ricevuto 312 mila euro di finanziamento alla sua campagna elettorale da un finanziatore estero: il nome del generoso non appariva, era stato sbianchettato. Domandavamo: Forse è George Soros?
Della Vedova al Corriere: “Il nome di Soros sbianchettato? Colpa dei funzionari della Camera”
«Certo – dice Della Vedova, interpellato dal Corriere – Non c’è nulla di nuovo e nulla di strano». Come svelato anche da Carlo Calenda, il partito di Bonino e Della Vedova aveva già ricevuto un milione e mezzo di euro dal milionario Usa di origine ungherese. «È stato un contributo elettorale come tanti, pubblico, noto e ipertracciato». In verità, la Camera riporta soltanto la cifra e non il nome dei contribuenti.

Della Vedova cade dal pero e se la prende con i funzionari della Camera che avrebbero sbianchettato il nome di Soros di loro iniziativa. «E questo mi fa arrabbiare. Già da qualche anno la Camera sbianchetta i nomi. Non so perché e non è colpa nostra. Non c’è nulla di segreto. Qualunque giornalista può fare l’accesso ai dati».
Il giornalista del Corriere chiede: potreste dichiararlo voi nei vostri canali pubblicamente? «Lo facciamo ufficialmente, comunicandolo alla Camera». Non è singolare che Soros decida di dare soldi a singoli parlamentari e non a una forza politica? «No. La legge prevede i contributi ai candidati e dunque perché no?». Sono tanti 312 mila euro. Solo a lei così tanti? «Agli altri sono andate cifre equivalenti. Io, comunque, ero candidato in cinque circoscrizioni».
Il segretario di +Europa: “Soros condivide le nostre battaglie su droga e immigrazione”
Ha rapporti personali con Soros? «Certo, l’ho incontrato più volte». Soros si aspettava qualcosa in cambio dei soldi? «No, non ci ha mai chiesto nulla. Il suo è un contributo ideale. Sono note le sue battaglie, che sono le nostre. Ha deciso di spendere la parte finale della sua vita dando contributi a forze che combattono per le sue idee, dall’immigrazione all’antiproibizionismo, alla democrazia».
Tutto trasparente, dunque, ma fino a un certo punto: se prima Calenda e poi i giornali non lo avessero segnalato, gli elettori non avrebbero mai saputo che le battaglie di +Europa sono finanziate dal controverso finanziere americano.