Niente dimissioni di Zingaretti, niente soldi da Alessio D’Amato

E niente, di dimissioni di Zingaretti non si parla. Non se ne vuole andare dalla Pisana nonostante l’elezione alla Camera dei Deputati. È davvero una vergogna che dovrebbe stare ogni giorno sulle prime pagine, almeno quelle dei giornali di Roma e del Lazio. Ma il manovratore non si disturba.
E dire che di cose da spiegare il governatore ne avrebbe. Eppure preferisce cincischiare, impartire lezioni e soprattutto restare incollato alla poltrona.

Zingaretti non dà ancora le dimissioni
E la cosa più insopportabile di Zingaretti è che ora si atteggia a fare il duro e puro contro il governo Meloni. Perché ha reintegrato i medici no vax poche settimane prima della scadenza decisa da Draghi. Parla lui, quello che da anni omette di spiegare che cosa ha combinato con le mascherine acquistate da una ditta che produceva lampadine. E non solo quella, pare.
Ma prima o poi dovrà parlare anche Zingaretti, e così si spiegherà perché le dimissioni dovranno per forza arrivare. Intanto resta incollato su due poltrone: eppure Nicola Zingaretti è la stessa persona che si dimise da segretario del Pd per la vergogna di rappresentare – lo disse lui e glielo ha ricordato ieri Chiara Colosimo di Fdi – il partito delle poltrone. Lui ci si è seduto con raddoppio di natiche e continua a fare nomine dalla regione Lazio, sabotando il lavoro che semmai dovrà fare il suo successore.
E silenzio sui soldi che D’Amato deve alla regione Lazio
La bulimia di potere lo vede silente anche su altro e di ancora più scabroso. Perché questo governatore non dice una parola sui soldi che il suo assessore alla sanità Alessio D’Amato – quello che vorrebbe candidarsi presidente con la complicità di Calenda – deve restituire alla regione che proprio Zingaretti ancora governa. Lo ha deciso la Corte dei Conti e non si ha notizia di iniziative per far rientrare il maltolto in cassa.
Ma anche di questo non parla più nessuno. Ed è solo l’ultima delle vergogne.