Droga nel carcere di Velletri, trovati hashish e cocaina nei pacchi per i detenuti

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Ancora droga nel carcere di Velletri e continua la stretta dei controlli della Polizia Penitenziaria.
Negli ultimi giorni sono stati sequestrati 100 grammi di hashish e 25 di cocaina. Lo stupefacente era nascosto nei pacchi per i detenuti consegnati dai familiari prima dei colloqui.

La maxi operazione

La lista degli eventi simili nell’istituto penitenziario di Velletri è lunga ed un plauso va gli agenti di polizia penitenziaria che quotidianamente sono impegnati nei controlli.
Ad aprile scorso sono state emesse 13 condanne in abbreviato per altrettante persone che hanno fatto parte di una organizzazione dedita ad introdurre i stupefacenti e telefonini nel carcere.

Gli arresti vennero eseguiti il 21 maggio dell’anno scorso. Dalle prime luci dell’alba, su delega della Procura della Repubblica di Velletri, i Carabinieri della Compagnia di Velletri, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di 33 persone, per lo più italiane (di cui 5 donne). Tutte gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di detenzione a fini di spaccio disostanza stupefacente estorsione ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.

La mamma-corriere

Ma non mancano le iniziative autonome come quelle di una donna di 62 anni che si è presentata in carcere con un “regalino” a base di cocaina per il figlio detenuto. 

Fuori dal carcere si sono visti corrieri di tutti i tipi e soprattutto di tutte le professioni. Dagli avvocati, agli infermieri, sono stati scoperti anche preti ad introdurre lo stupefacente.

Il prete-corriere e l’infermiere-corriere

Sempre nel carcere veliterno, l’anno scorso, si sono verificati altri due arresti eclatanti. Il primo, avvenuto il 10 maggio, ha visto il coinvolgimento di un prete arrestato con l’accusa di traffico di droga: l’uomo ha successivamente patteggiato la pena. Poco dopo, è emersa la figura di un infermiere, trasformato in corriere della droga, colto mentre tentava di introdurre stupefacenti all’interno dell’istituto.

L’avvocato-corriere

Ma è nel carcere di Rebibbia che, il 26 febbraio di quest’anno, si è consumato un altro clamoroso episodio: durante un maxi blitz dei Carabinieri, tra gli arrestati figura un avvocato del foro di Roma, gravemente indiziato di aver utilizzato la sua posizione di difensore per introdurre hashish e marijuana per conto di un detenuto.

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