E’ ai domiciliari l’automobilista che ha ucciso il 14enne all’Infernetto

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E’ ai domiciliari il 22enne che ieri sera ha investito e ucciso un ragazzino di 14 anni sulle strisce pedonali a via Cilea, in zona Infernetto a Roma. Il giovane, arrestato dopo essere risultato positivo all’esame tossicologico e indagato per omicidio stradale, non ha precedenti. Oltre all’autopsia sul corpo della vittima, la Procura disporrà una perizia sull’auto e approfondimenti sullo stato psicofisico dell’investitore, risultato positivo ai cannabinoidi, con ulteriori esami tossicologici di secondo livello.

Gli amici dell’Infernetto: andava almeno a 300 all’ora…

“Il ragazzo che guidava la macchina sarà andato almeno a 300 all’ora, nemmeno ci siamo accorti di lui, era come un proiettile. Noi stavamo attraversando sulle strisce, io ero appena dietro Mattia”. Così all’Adnkronos gli amici che ieri sera erano in via Cilea all’Infernetto con il 14enne travolto dalla Peugeot. “Si è fermato molti metri più avanti e forse solo perché la macchina era distrutta. Quando è sceso in strada si è acceso una sigaretta – continuano – e ci ha detto che non eravamo sulle strisce. Ha preso il telefono – dice un altro ragazzino – per chiamare il padre e serenamente gli ha detto ‘Oh pa’, ho investito uno”.

La difficoltà nel reperire i dati sugli incidenti

Purtroppo sono in netto aumento gli incidenti stradali causati da persone che hanno assunto droghe o alcool, ne abbiamo molti esempi recenti. Però, anche intorno a questo aspetto del problema, c’è un strana reticenza o comunque difficoltà a reperire dati sull’incenda delle dipendenze negli incidenti stradali. Sospettiamo che tutto ciò abbia un legame col politicamente corretto che imperversa in Italia da alcuni anni. Qualcosa, tanto per fare un esempio, che tende a silenziare i casi di reati commessi da immigrati. C’è un a correnta di opinione, addirittura che non dà per scontato che la droga o l’alcool possano pregiudicare la guida del mezzi a motore. Oltre a questo c’è l’effettiva difficoltà di avere dati completi, perché non tutti gli incidenti sono raccolti in un database centrale. Per avere i dati occorre infatti confrontare i dati di polizia, carabinieri, comuni, ospedali, Aci, Istat, commissione mediche provinciali, etc.