È giallo sul boato inspiegabile che ha spaventato i romani: “Non era un terremoto”

boato

È ancora avvolto nel mistero il forte boato, con spostamento d’aria distintamente avvertito dalla popolazione di Roma e del Lazio alle 15.54 di ieri. I sismografi, infatti, non si sono mossi. Infatti, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia asserisce che non si è trattato di un terremoto.

A distanza di alcune ore, l‘Ingv non ha fornito alcun dato su magnitudo e localizzazione dell’evento. Centinaia di cittadini di Roma, in diverse zone della città, hanno avuto porte e finestre squassate dal violento spostamento d’aria. Le testimonianze arrivano da Ostia, Fiumicino, Aurelio, Roma centro, ma anche in diverse località dalla provincia. Molti hanno percepito distintamente due scosse, pochi minuti l’una dall’altra, e hanno avvertito muoversi portoni e finestre.

Se non è un terremoto che cosa è successo?

Appena due settimane fa, sempre alle porte di Roma, precisamente a Capena, un altro boato aveva allarmato la popolazione. Il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) Carlo Doglioni aveva giustificato il rumore come “un fenomeno di sifonamento carsico”, non “legato a terremoti veri e propri ma a movimenti d’acqua del sistema carsico sotterraneo”.

Il precedente del boato di Parigi: il governo ha avvertito i cittadini

Stavolta l’ipotesi più plausibile sarebbe quella di un volo supersonico militare. Tuttavia, in questi casi, le autorità di un Paese democratico dovrebbero fornire informazioni. Un esempio? Tre settimane fa un boato aveva scosso Parigi, all’ora di pranzo. La cittadinanza parigina si era allarmata come si è allarmata quella romana. In quel caso, dopo pochi minuti, è arrivata la motivazione ufficiale. Era stato un caccia francese che aveva infranto il muro del suono.

“È nel contesto di una missione di intercettazione che l’aereo ha infranto il muro del suono”, aveva twittato la ministra delle Forze armate, Florence Parly. L’aereo intercettato, per fortuna, ha ripreso il contatto con i controllori di volo.

Il nostro ministro della Difesa tace

In questo caso, però, né dall’aeronautica militare né tantomeno dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini è arrivata alcuna comunicazione. Come accade per la gestione del Covid 19, gli italiani ormai sono trattati sempre più come sudditi e sempre meno come cittadini.