Facebook ora se la prende con Radio Radicale. Denunciato al tribunale di Roma
Ennesimo comportamento immotivatamente censorio e antidemocratico da parte di Facebook. Che ora sembra aiutare il dittatore Erdogan. Mariano Giustino, corrispondente di Radio Radicale dalla Turchia, denuncia Facebook al tribunale di Roma. Giustino annuncia che ieri ha conferito il mandato legale all’associazione Ossigeno di procedere contro Facebook affinché proceda all’attivazione immediata del suo account facebook. Giustino spiega che porterà in tribunale e costringerà alla legalità il social: “Mi ha tappato la bocca, mi ha censurato. Sono stato espulso dalla piattaforma senza motivazione. Facebook non mi risponde, si comporta come una organizzazione oscura, clandestina. Ma la costringerò alla legalità”. Giustino si appellerà all’articolo 700 del codice civile.
Facebook cancella un giornalista di Radio Radicale
Non è la prima volta che facebook si comporta perseguendo interessi di parte: anche in Italia ha tentato molte volte di disattivare account scomodi, per lei o per i suoi padroni, come il caso di CasaPound. In una notte sparirono migliaia di profili, compresi quelli dell’associazione. Ma quella volta facebook ci sbatté il grugno. CasaPound ricorsa all’autorità giudiziaria e fu costretta, obtorto collo, a riattivare il profilo. Ci auguriamo che per Giustino succeda prestittimo lo stesso. Facebook vuole dettare legge in casa d’altri, ma le tasse le paga all’estero. Segue obiettivi di parte, con la ridicola e falsa scusa degli “standard”. In realtà sta cercando di dirigere la politica delle singole nazioni, eterodiretta da forze internazionali la cui natura – per ora – è sconosciuta.
Il social finirà un’altra volta in tribunale
La sparizione di Giustino dal social crea più di una preoccupazione e induce ad alcune riflessioni. Il giornalista ha sempre denunciato le ingiustizie che avvengono in Turchia, comprese le inchieste sui dissidenti, la questione curda, lo stato disastroso dell’economia locale. Insomma, se Erdogan lo avesse espulso dalla Turchia sarebbe stato tutto molto più chiaro. Ma perché facebook fa di fatto gli interessi del dittatore turco, che in questo momento sono contrapposti ai nostri? Tra poco la Turchia ci invierà centinaia di migliaia di clandestini, e forse è questo il problema. Chiunque sulle pagine social invochi una gestione più ragionevole dell’invasione dei clandestini, in un modo o nell’altro viene ridotto al silenzio, con la scusa dell’incitamento all’odio. Che aspetta la Farnesina a intervenire?