Gemelle siamesi separate al Bambino Gesù. Ecco i casi famosi nel mondo

gemelle siamesi
Contenuti dell'articolo

Si chiamano “siamesi” i gemelli uniti in qualche parte del corpo, perché il primo caso documentato avvenne proprio in Siam, l’attuale Thailandia, nel 1811. Si chiamavano Chand ed Eng Bunker, ma non furono mai separati. Emigrarono negli Usa, dove lavorarono nel famoso circo Barnum. Morirono a 62 anni dopo aver sposato due sorelle e avuto ben 21 figli. E in questi giorni il caso delle gemelline siamesi operate al Bambino Gesù di Roma ha fatto il giro del mondo. Dalla Repubblica Centrafricana a Roma per separarsi. Si è trattato di un intervento straordinario preparato in oltre un anno di studio e in più fasi chirurgiche dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Il caso complesso delle gemelline siamesi

Le gemelle siamesi “erano craniopaghe totali, una tra le più rare e complesse forme di fusione cranica e cerebrale. Avevano in comune le ossa dell’area posteriore del cranio e il sistema venoso. Ora stanno bene”, sottolinea l’ospedale. Il loro “è il primo caso in Italia – e probabilmente l’unico al mondo (in letteratura non sono descritte operazioni simili) – di intervento riuscito su una coppia di craniopagi totali posteriori”, precisano i medici dell’ospedale del Gianicolo.

La storia di Ervina e Prefina

Bellissima e fiabesca insomma la storia di Ervina e Prefina, le gemelline siamesi unite per la testa operate a Roma. Nel luglio del 2018 la presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc, era in missione in Centrafrica, nella capitale Bangui, per seguire i lavori di ampliamento della struttura pediatrica voluta da Papa Francesco. È lì che incontra le due gemelline appena nate e decide di farsene carico, portandole a Roma, per dare loro maggiori possibilità di sopravvivenza. Fino al lietissimo fine.

Siamesi uniti per il cranio è un evento rarissimo

La nascita di una coppia di siamesi “è un evento raro e, tra le varie tipologie, i gemelli uniti per la testa (craniopagi) sono i più rari. Addirittura 1 su 2,5 milioni di nati vivi, 5 casi ogni 100.000 gemelli, soprattutto femmine”. Lo ricorda l’ospedale pediatrico. “Negli ultimi 20 anni, in Europa, si ha notizia di due soli casi di craniopagi totali separati con successo: si tratta di due coppie di gemelli uniti per la sommità della testa (verticali) operati in più step a Londra. Nessun caso descritto in letteratura, invece, con le caratteristiche delle gemelline di Bangui, ovvero craniopaghe totali unite per la nuca (posteriori)”, evidenzia l’ospedale pediatrico.

Nel 1968 a New York la prima separazione riuscita

Le cronache ricordano che fu nel 1968 a New York il primo intervento riuscito di separazione. Le gemelline Sherrie e Sharise Jones, che erano unite tramite l’addome, furono separate. Cinque anni dopo, a LOndra, furono separati con successo Matt e Mark Hildebrandt, nati nel 1973 in Inghilterra e uniti tramite il cranio. Ma è sempre l’eccellenza itlaiana a manifestarsi: a Torino, nel 1958, ci fu prima operazione con esito positivo in Europa. Vennero separate le gemelline Foglia. Giuseppina e Santina nacquero infatti per il bacino e condividevano parte dell’apparato urinario e genitale. A 7 anni all’ospedale Regina Margherita di Torino un’equipe di 24 medici le divise per sempre. Fu allora che impararono a camminare. Nel 1992 una di loro divenne mamma.

Poi, nel 2015, due gemelline unite al torace e all’addome a soli 10 mesi di vita furono separate con successo al Texas Children’s Hospital. Hope e Faith condividevano torace, polmoni, pericardio, diaframma, fegato, intestino, colon e bacino. L’operazione durò 26 ore. L’ultimo caso di cui si ha notizia è quello di due gemellini che condividevano il cranio. A New York due siamesi di 13 mesi, nati nel 2015, rischiavano di morire in breve tempo. Furono operati e salvati al Children’s Hospital del Montefiore Medical Center nel Bronx da James Goodrich.