Ghetto blindato nel 41mo anniversario dell’attentato alla sinagoga. “Il terrore islamico non prevarrà”


L’ex Ghetto di Roma blindato, a partire dalla sinagoga, i bambini della scuola ebraica che attraversano osservando in silenzio e un appello dell’intera Comunità ebraica all’Italia, per supportare Israele nella lotta contro Hamas e garantire la sicurezza: “L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane si appella a tutta la società italiana affinché riconosca, condanni e sradichi oggi e sempre ogni atto di odio, affinché garantisca protezione alle Comunità e sostenga Israele nella guerra contro il terrorismo antisemita”.

Nel giorno del 41esimo anniversario dell’attentato alla sinagoga di Roma, dove il 9 ottobre del 1982 perse la vita il piccolo Stefano Gaj Taché e rimasero ferite altre 37 persone, nei bar del quartiere ebraico non si parla d’altro che dell’attacco di Hamas a Israele. “Persecuzione e odio” che non sembra avere fine, ripete un ragazzo. Le misure di sicurezza sono aumentate. Le forze dell’ordine hanno transennato il quartiere, presidiando ogni strada, ma la paura rimane.

Ed è il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni che, parlando dell’attentato alla sinagoga, manda un messaggio chiaro di vicinanza: “Una giornata buia, una ferita per la Nazione che ancora non si è rimarginata”, dice esprimendo “oggi più che mai” solidarietà al popolo ebraico: “Il terrore non prevarrà mai”. “Come quarant’anni fa, quando il piccolo Stefano Tachè fu assassinato in nome della stessa strategia del terrore, siamo sgomenti di fronte a tanto odio. Sabato siamo tornati a vedere un altro sabato nero”, ha affermato l’Ambasciatore di Israele in Italia Alon Bar aggiungendo che “è fondamentale supportare il diritto e dovere di Israele all’autodifesa”. Anche per Victor Fadlun, presiedete della Comunità ebraica di Roma, il 9 ottobre del 1982 fu “un male che vediamo oggi ripetersi”. Per questo, ribadisce, è necessario “sostenere e dare solidarietà ad Israele”: se “Hamas non verrà fermata questo modello verrà replicato qui”.