Con 5 sì si può cambiare la Giustizia. Salvini: “Il centrodestra in 30 anni non c’era riuscito”

seggi a Palermo, Salvini protesta

Dopo il via libera della Consulta, la Giustizia in Italia si può cambiare davvero. ”E’ una bella giornata per la democrazia, l’Italia e gli italiani… Mi dispiace che siano stati negati altri referendum, perché il referendum per me è sempre una prova di democrazia, però… Diciamo che noi quello che abbiamo fatto, l’abbiamo fatto bene. Siamo qui a festeggiare quello che in 30 anni il centrodestra non è riuscito a fare”. Lo ha detto Matteo Salvini in una conferenza stampa on the road davanti alla Consulta.

”Con cinque referendum sulla Giustizia ammessi su sei, che sono in mano ai cittadini è una vittoria clamorosa. Oggi è una bellissima giornata per la democrazia e l’Italia. Dopo 30 anni da Tangentopoli ora gli italiani possono di nuovo fare una rivoluzione pacifica… “, ha detto il leader del Carroccio. “Mi aspetto i no dei 5 stelle, dell’ultra sinistra… Poi, su questo, sicuramente un centrodestra nuovo, moderno, coerente, efficiente, liberale e garantista che mette in galera i colpevoli ma non persegue gli innocenti, può nascere… ”. Così Salvini a chi gli chiede se il centrodestra è unito sui quesiti sulla giustizia e se crede che Fdi aiuterà la Lega nella battaglia referendaria.

Referendum Giustizia: si vota tra il 15 aprile il 15 giugno

Sui cinque referendum dichiarati ammissibili dalla Corte costituzionale si voterà in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi. La consultazione verrà indetta con decreto del Presidente della Repubblica dopo la decisione sulla data del Consiglio dei ministri.

Tuttavia, se prima del giorno in cui è previsto lo svolgimento del referendum il Parlamento abroga le norme oggetto della consultazione, l’Ufficio centrale per il referendum dichiara che le operazioni relative non hanno più corso.

Inoltre il referendum viene sospeso e si svolge l’anno successivo in caso di scioglimento anticipato delle Camere.

“Il nostro Parlamento non dedica abbastanza tempo a cercare di trovare la soluzione” a temi che “possono alimentare dissensi corrosivi per la coesione sociale”. Così il presidente della Corte costituzionale, Giuliano Amato. “Il Parlamento lavora, ma ha grossa difficoltà a mettersi d’accordo su questi temi“, ha aggiunto Amato.