Grand Hotel Covid, ora anche gli alberghi si attrezzano per ospitare gli infetti (video)

Si potrebbero chiamare Grand Hotel Covid. Parafrasando la celebre canzone degli Eagles del 1976. Brano nel quale si descriveva un’altra America, quella degli ultimi e degli emarginati. Ma a differenza di quanto cantato in Hotel California, in questo caso l’emergenza non è solo economica e sociale, ma soprattutto sanitaria. Infatti con la seconda ondata di coronavirus, le strutture dedicate stanno andando rapidamente al collasso. E se le terapie intensive almeno nel Lazio ancora reggono, i pronto soccorso degli ospedali già scoppiano. Con il rischio che pazienti affetti da altre patologie ugualmente gravi non riescano ad essere assistiti e curati in tempo. Ma il problema sussiste anche per l’isolamento sociale da garantire ai positivi. Che spesso in famiglia è irrealizzabile. E per chi ha sintomi lievi, o invece necessità della tenda ad ossigeno. Senza però la necessità di essere ‘intubato’. Insomma una casistica che ormai riguarda centinaia di persone in città e nella nostra Regione. Con numeri che purtroppo in questo autunno così difficile sembrano destinati a crescere.

Allora alcune strutture alberghiere si sono attrezzate. E visto che le stanze sono praticamente tutte vuote, hanno trasformato l’Hotel in centro covid. Dotandosi dei macchinari necessari, e coordinandosi con la Asl competente e i medici di base. Ovviamente, al posto degli addetti alla reception e alle sale, è stato dirottato personale medico ed infermieristico specializzato. E per ora l’esperimento sembra funzionare. Anche se forse con una mia,i ore programmazione durante l’estate, non saremmo arrivati fino a questo punto.

Roma ospedali al collasso. La strada maestra è l’assistenza domiciliare

L’Hotel Sheraton di Parco De’ Medici diventa centro covid. Ma sono i pronto soccorso che scoppiano

Il primo Hotel a diventare centro covid a Roma è stato lo Sheraton a Parco De’ Medici. Mediante un protocollo siglato con la Asl Rm 3 e con il direttore sanitario Simona Amato. Sono 169 le stanze al momento disponibili, delle quali 49 dotate anche di tenda ad ossigeno. Per pazienti più gravi, che comunque non abbiano bisogno della terapia intensiva. E iniziano a filtrare i racconti dei primi ospiti della struttura. Che raccontano la loro odissea personale. I momenti difficili, come per tutti coloro che hanno preso il virus. E hanno dovuto fare i conti con paure, angosce e speranza di guarire presto. Senza infettare nessuno, e rispettando una rigida quarantena. È il caso di  Christian, 23 anni. Che ora sta meglio, ma che se l’è vista brutta. Ho sentito il fiato corto, e tanti dolori alle ossa e muscolari ha raccontato il giovane a Roma Today. Ora sto meglio, ha concluso speranzoso. E non vedo l’ora di poter uscire da qui. Ma come si viene dirottati a un Hotel Covid? È bene chiarirlo, non ci si può presentare spontaneamente. Se si è positivi al tampone e se si avvertono sintomi. La prassi è sempre la stessa, e inizia con la telefonata al proprio medico di base o al pediatra di fiducia. Che stabilirà a seconda dei sintomi la gravità della patologia. E in caso di ricovero, sarà la stessa Asl a dirottare i pazienti nelle diverse strutture disponibili.

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