I nemici della Raggi, Rousseau ora non serve. Prima i programmi, poi i nomi

Dopo la richiesta di ieri da parte di Virginia Raggi di sottoporre alla piattaforma Rousseau la sua eventuale ricandidatura a sindaco di Roma, oggi i ‘dissidenti’ grillini passano all’attacco. Si tratta del presidente della commissione mobilità in Campidoglio Enrico Stefano, degli ex presidenti del bilancio e dell’urbanistica Marco Terranova e Donatella Iorio e di Angelo Sturni. Con i quali la prima cittadina non è assolutamente riuscita a ricostruire un rapporto di fiducia. Incrinato irrimediabilmente dopo l’annuncio di quest’estate della Raggi. Sulla sua volontà di correre comunque per un nuovo mandato. Sottoporre alla piattaforma Rousseau il sì o il no alla sindaca non ha senso, il pensiero espresso dai consiglieri grillini dissidenti. Innanzi tutto perchè da mesi lei è in corsa. E quindi chi si dovesse presentare contro ora, sarebbe comunque svantaggiato. Ma soprattutto perchè così si tratterebbe di un referendum sulla persona. Mentre – continuano i ‘ribelli’- noi vorremmo parlare prima di programmi e di alleanze. E dopo di nomi. Chiaro il riferimento al no del PD su una possibile convergenza sulla Raggi. Che impedirebbe di proporre anche a Roma un modello simile a quello del Conte bis. Cioè una coalizione ampia, che veda insieme Dem, Cinque Stelle e Leu fin dal primo turno.

Raggi lancia la ‘bomba’. Sulla mia ricandidatura decida Rousseau.

Solita visione egocentrica, sulla Raggi non serve tifo da stadio

“Andare avanti con ‘io sono il più bravo/a di tutti non porterà da nessuna parte, se non allo scontro. Al tifo da stadio, che è l’ultima cosa di cui Roma ha bisogno”. Così Enrico Stefano, che insieme agli altri consiglieri ‘ribelli’ ha creato una pagina Facebook, il Piano di Roma. Per discutere liberamente sul futuro della Capitale e sulle sfide che la attendono. E il gruppo non ha preso affatto bene l’iniziativa di ieri della Raggi. Che adesso vuole sottoporre la sua ricandidatura a sindaco al voto della piattaforma Rousseau. “In sè il voto su Rousseau è sacrosanto,- ha attaccato Stefano sulla rete. Che la base si esprima va bene, ma è il modo di porsi e la visione egocentrica che sono sbagliati”, si è sfogato il consigliere. In un virgolettato ripreso da Roma Today. E poi le conclusioni. “Io vorrei prima esprimermi sulla città, sula visione della città e sulle persone con cui portarla avanti”.

I grillini ‘ribelli’, così salta la coalizione progressista su Roma

E sul rischio che il nome della Raggi possa far saltare l’esperimento di una coalizione progressista da proporre anche a Roma battono forte tutti i ‘dissidenti’ grillini. “Il Movimento esca dallo stallo e decida se portare avanti anche a livello locale il percorso avviato con il governo Conte II e già votato su Rousseau nel 2019”, ha attaccato la consigliera Donatella Iorio. Seguita dal collega Marco Terranova. Ci “sono persone di buona volontà che stanno cercando di porre le basi per coinvolgere le forze progressiste”, l’affondo di Terranova. “Mentre altri mettono la propria persona avanti a qualsiasi ipotesi alternativa. Senza preoccuparsi delle conseguenze”. Infine Angelo Sturni. “Si apra da domani un tavolo politico su Roma della coalizione progressista, insieme al Movimento 5 Stelle. Che possa proseguire la strada intrapresa dal secondo governo Conte”. Niente Virginia Raggi quindi. Ma sull’eventuale nome di Roberto Gualtieri nessuno si sbilancia. “Non so se si candida e non so quale sia il suo programma”, taglia corto Stefano. “Davvero non posso pronunciarmi”. Ma sul no alla sindaca uscente non sembra proprio ci siano dubbi. O ripensamenti dell’ultima ora.

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