I “ragnetti rossi”, che cosa sono? Ne parliamo con Andrea Bonifazi di Scienze Naturali

Ragnetti rossi

I ragnetti rossi, piccoli animaletti che spesso troviamo in primavera sui davanzali dei terrazzi a gruppi numerosi, che cosa sono veramente? È vero che sono molto importanti a livello ecologico? Ne parliamo con il Dottor Andrea Bonifazi di Scienze Naturali.

Cosa sono i ragnetti rossi?

“I “ragnetti rossi”, quei piccolissimi animaletti che in primavera ricoprono muretti e davanzali dopo essere rimasti in letargo nei mesi freddi, non sono ragni ma bensì acari. Microscopici e brulicanti, spesso li notiamo più da morti che da vivi: sono infatti sul podio degli invertebrati più odiati a causa delle macchiette rosse che lasciano sui vestiti. Loro malgrado, ovviamente”, spiega Andrea.

Sono pericolosi?

“Dannosa” per i vestiti, è in realtà una specie innocua per l’uomo ed importante a livello ecologico. Si tratta infatti di piccoli predatori di larve di altri artropodi dannosi per gli alberi, sebbene siano grandi estimatori anche degli escrementi di uccello. Il tipico colore rosso è dovuto ad un’emolinfa particolarmente ricca di carotenoidi ed è tipicamente aposematico per evitare di farsi mangiare. Insomma, fanno di tutto per avvertirci di non sederci sopra di loro!”, commenta Andrea.

La derivazione del loro nome

“L’etimologia del loro nome, Balaustium murorum, è spettacolare. Descritti nel 1804 dal Professor Hermann, devono il loro epiteto specifico al più frequente luogo di rinvenimento: i muri. “Murorum”, infatti, significa “dei muri”, perché probabilmente “schiacciati sui vestiti” sarebbe stato poco professionale. Il nome del genere, Balaustium, ha invece un triplice significato e, sebbene non sia riuscito a trovare la descrizione originale, ritengo che tutte e tre le alternative etimologiche siano valide: la parola latina “balaustium”, a sua volta derivante dal greco βαλαύστιον, significa “fiore del melograno”, da cui la balaustra, cioè l’elemento architettonico di protezione di alcuni balconi e terrazzi, i cui i colonnini somigliano nella forma proprio al fiore del melograno e dove spesso questi acari si annidano. Ma con il termine balausta (detta anche balaustio o balaustra), in botanica ci si riferisce anche al frutto del melograno, Punica granatum, ai più noto come melagrana. Questa bacca è apprezzata per i numerosissimi semi solitamente rossi e tondeggianti, fittamente disposti all’interno del frutto. Un’immagine che ricorda i muri ricoperti dai piccoli acari… anche per le macchie che possono lasciare sui vestiti”, racconta Andrea.