Anatema contro La Russa e Rauti perché ricordano il Msi…

La Russa Rauti

Che vergogna questa polemica insulsa contro Ignazio La Russa e Isabella Rauti. La loro colpa: nel ricordo dei padri, la celebrazione della fondazione del Msi che, nonostante l’antifascismo di maniera, ricorre sempre di 26 dicembre.

È storia. È anche un pezzo importante della storia della democrazia italiana. Gli speculatori in servizio permanente effettivo strillano contro La Russa e Rauti perché lo sciacallaggio serve sempre alla loro politica.

Ma leggere che persino le leggi razziali abbiano macchiato quella storia la dice lunga sulla malafede. Il Msi non fu razzista, innanzitutto. E quasi cinquant’anni in Parlamento ne stanno a dimostrare semmai la fede nella democrazia.

La stessa fiamma tricolore che ne accompagnò il cammino politico ha seguito poi Alleanza Nazionale e ora Fratelli d’Italia. Ed è difficile associarla a chissà quale peccato contro la Costituzione.

In realtà, a Natale ci siamo dovuti sorbire persino la sceneggiata. La Russa non può parlarne perché sennò pare brutto, arrivano le strumentalizzazioni. Come sempre del resto, per qualunque cosa si faccia o si dica a destra. La Rauti deve tacere, vuoi vedere che le tocca il silenzio perché una donna non si può permettere certi ricordi?

A sinistra sta andando in scena il ridicolo. Col Msi ci hanno convissuto per decenni di vita parlamentare, e solo adesso ne scoprono i difetti.

Io non ho avuto un padre parlamentare come La Russa e Rauti, ma voglio essere libero di ricordare con dignità la mia storia di militante del Msi. Era difficile in quegli anni, perché – soprattutto a Roma – ti sparavano, ti incendiavano casa e pure l’automobile. Prove di vita complicata sperimentate personalmente.

Ed ora arrivano costoro a impedirci di celebrare ciò che vogliamo noi e non ciò che pretendono loro? Ma anche basta con questa storia scritta a modo loro. Non saranno quattro strilli a impedirci di essere orgogliosi delle nostre scelte politiche.

E meno male che c’è chi non ha timore delle proprie radici, anche in memoria di troppi ragazzi assassinati dall’odio politico.