Il compagno Panzeri denunciava la Libia ma faceva affari con Qatar e Marocco (video)

Panzeri

 

Lo scandalo delle tangenti del Qatar riportano a galla alcune dichiarazioni di Pier Antonio Panzeri, l’ex eurodeputato Pd, sospettato avere intascato centinaia di migliaia di euro dagli emiri di Doha. Il fedelissimo di Speranza, che lo ha prontamente scaricato in queste ore, è ancora in carcere nell’ambito dello scandalo rinominato Qatargate.

Secondo gli elementi dell’indagine partita da Bruxelles, il sospetto è che Panzeri sia intervenuto “politicamente” con i componenti che lavorano al Parlamento Europeo “a beneficio di Qatar e Marocco” in cambio di versamenti di somme di denaro e doni o regalie per ammorbidire la posizione dell’Europa nei loro confronti.  Tornano a galla dichiarazioni come questa, datata primo marzo 2019. In occasione di una conferenza stampa a Roma, Panzeri si dimostrava durissimo nella difesa dei diritti umani, ma relativamente alla Libia.

“Riguardo ai diritti umani si rischia di mettere la polvere sotto il tappeto – attaccava il fondatore della Ong Per noi il problema non riguarda solamente l’approdo, ma anche il luogo dove oggi sono, soprattutto in Libia. Alcuni immigrati che abbiamo incontrato ci hanno confermato che lì la situazione è drammatica: vivono in lager e sono oggetto di vessazioni e violenze continue. Non possiamo solo esternalizzare i problemi ma bisogna valutarli insieme. Se la situazione continua chiederemo che si vada a una nuova valutazione sui finanziamenti”. Lo ha detto il presidente della Sottocommissione dei Diritti dell’Uomo della Ue,

Panzeri e la vacanza da centomila euro

L’ex eurodeputato Antonio Panzeri, tra gli arrestati nell’indagine di Bruxelles, avrebbe usato “metodi ingegnosi e spesso scorretti per raggiungere i suoi scopi”. Lo si legge in un atto notificato ieri alla moglie Maria Colleoni, fermata insieme alla figlia nella loro casa di Calusco D’Adda, in provincia di Bergamo. Le due donne sono state raggiunta da un mandato di arresto europeo con l’accusa di concorso in associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio. Nella sommaria descrizione dei fatti spunta una vacanza per la famiglia Panzeri costata “100 mila euro”.