“Il Comune sfratta nonna Lea, ma fa imperversare gli abusivi”. Scandalo a San Paolo

nonna lea

“Negli alloggi popolari di Largo Giuseppe Veratti, già tristemente noto per la richiesta di sfratto della nonna Lea di 95 anni, da mesi si consumano occupazioni abusive di abitazioni e cantine da parte di soggetti ritenuti pericolosi, secondo gli abitanti regolari degli stabili, e i cui comportamenti mettono a rischio l’incolumità e la serenità di tutti i condomini. Una situazione insostenibile fatta di continue urla, litigi, sporcizia, aggressioni verbali, presunte violenze domestiche e maltrattamenti di animali, tutte formalmente rese note alla Polizia locale e alla Polizia di stato chiamate in causa più volte per sedare tali atteggiamenti”. A denunciarlo in una nota Fabrizio Santori e Monica Picca, dirigenti romani della Lega Salvini premier.

La denuncia di Picca e Santori

“Ad oggi, però, nessun provvedimento dal Dipartimento delle Politiche abitative del Comune di Roma e dagli organi preposti agli sgomberi è stato preso verso i responsabili di una condizione di paura e disagio, che costituisce pericolo per gli altri condomini. I più volte denunciati litigi lasciano presagire finali tragici che devono essere assolutamente scongiurati. Per tale motivo, in seguito agli esposti dell’amministratore condominiale su sollecito degli altri abitanti dello stabile di largo Veratti, abbiamo formalmente chiesto un incontro urgente che possa finalmente dare le attese risposte agli abitanti regolari di questi alloggi e restituire loro la serenità che meritano”.

Il caso di Nonna Lea, sfrattata a 95 anni

Nonna Lea Carlini, 95 anni, classe 1926, e una testa e una grinta da far invidia ai più giovani. Qualche giorno fa suonano alla porta del suo appartamento, interno 1 dell’edificio D del complesso di palazzi dietro l’università Roma Tre in zona San Paolo e le recapitano la “diffida al rilascio per occupazione senza titolo dell’alloggio di proprietà dell’Amministrazione Capitolina a largo Veratti 17″ così c’è scritto sul foglio.

Nonna Lea ha raccontato al Tempo. “Hanno pure sbagliato il civico, perché il mio è il 37, vogliono proprio mandare via me che vivo qui da 70 anni, da quando sposina ho lasciato Orvieto e sono venuta a Roma con mio marito Umberto Giglietti, che aveva vinto il concorso da vigile urbano. Era il più bel vigile urbano di Roma il mio Umberto – racconta ancora innamorata – è stato per 25 anni a Lungotevere Cenci all’ufficio delle case popolari e io sto nella “peggio” casa di Largo Veratti