Il coronavirus paralizza tutto. Solo i cinema non si arrendono

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Il coronavirus sta paralizzando l’Italia. Ma a Roma c’è chi non si arrende: i cinema. Il nuovo decreto firmato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per tentare di contrastare l’emergenza epidemiologica da Covid-19, prevede la sospensione delle ”manifestazioni e gli eventi di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro…”. Quindi, di fatto, impedendo l’abituale svolgimento di spettacoli cinematografici e teatrali. L’Adnkronos ha contattato alcuni esercenti per cercare di capire come l’esercizio sta vivendo questo momento di grande difficoltà.

I cinema faranno i posti alternati

Fra le ricette per affrontare l’emergenza, i posti a sedere alternati, per mantenere la distanza fra gli spettatori, e il termoscanner all’entrata. ”Credo sia la prima ordinanza dai tempi della guerra che ha efficacia alla firma e non dalle 24 ore successive. Quindi già dalla giornata di oggi ci troviamo di fronte a due possibilità: chiudere la sala o provare ad adottare delle misure in linea con quanto disposto dal decreto”, dice Emanuele Ilari, titolare del multisala Madison a Roma in via Chiabrera. Il Madison è un punto di riferimento per il quadrante Sud della capitale, toccando i quartieri di San Paolo e Garbatella, oltre che il limitrofo Eur.

Terremo aperto il Madison di Roma

Ilari è già al lavoro in queste ore per provare a tenere aperta la sala di Roma. ”Stiamo attrezzando tutte le 8 sale per garantire un metro e 10 cm di distanza tra una seduta e l’altra, facendo sedere le persone una poltrona sì e due no, perché diversamente la distanza non sarebbe garantita. Anche per la fila alla cassa faremo in modo di far rispettare le distanze previste tra una persona e l’altra, permettendo l’accesso al foyer a gruppi di cinque-sei persone per volta. Siamo anche dotati di termo-scanner, che utilizzeremo prima di far entrare la gente nella struttura”. Fare tutto il possibile, dunque, nel pieno rispetto delle regole per garantire il rispetto del piano sicurezza, per rimanere aperti ed evitare il fallimento.

Nei cinema flessione del 50%

”Moltissime sale, penso soprattutto a quelle con i creditori sul collo, fallirebbero dopo un giorno di chiusura, figuriamoci dopo un mese”, spiega ancora Ilari. Da quando è iniziata l’emergenza coronavirus registra ”una flessione del 40-50% per quanto riguarda gli incassi. Ma ancora riusciamo a coprire le spese vive, mentre il calo maggiore del fatturato ha riguardato soprattutto i grandi Multiplex, con stime che arrivano anche al 70-80%”. Con i cinema del Nord chiusi da giorni (che in condizioni normali garantiscono il 30-40% degli incassi nazionali) sono slittate moltissime uscite dei film italiani (a parte alcune coraggiose eccezioni, dal nuovo film di Diritti, Volevo nascondermi, in sala da ieri con 25.303 euro incassati, a La volta buona di Marra, in uscita il 12 marzo).

Persino 007 sconfitto dal virus

Ma a seguire anche titoli internazionali sono stati bloccati, fino alla release più eclatante, quella del nuovo 007, No Time To Die, inizialmente prevista in tutto il mondo il 9 aprile, ora spostata a novembre. ”La cosa drammatica è che normalmente questo bimestre, febbraio-marzo, alla stragrande maggioranza dell’esercizio italiano garantiva la sopravvivenza per il periodo estivo”, spiega ancora Ilari. L’imprenditore auspica ”sovvenzioni straordinarie per tutto l’esercizio da parte dello Stato e, in previsione, che il Comune di Roma ragioni sulla possibilità di bloccare il tradizionale appuntamento con l’Estate Romana, in modo da permetterci di recuperare qualcosa”.

E’ il peggior febbraio da dieci anni

Il peggior febbraio da dieci anni a questa parte (con 42 milioni euro incassati) potrebbe quindi essere solamente apripista di un altro mese da incubo. Sse non due, ma con l’estate poi che incombe. ”Sul medio-lungo periodo non conosciamo l’effettiva potenza di questo virus, dal contagio alla durata, ma il mercato prima di ottobre non si riprenderà. Fino ad allora, anche se passerà l’ondata della malattia, ci sarà l’estate e non vedremo più i frutti della stagione fino all’autunno. Non sono ancora uscite moratorie per tutta l’attività cinematografica. Quindi faccio un appello rivolto al ministro dell’Economia e delle finanze Gualtieri di dare fondi per aiutare tutto l’esercizio”.